POLITICA
E se fossero la punta dell'iceberg? Quadri: "Se pagassimo noi la disoccupazione, come impedire che lavorino in Italia?"
L'UE vorrebbe che la disoccupazione venga pagata ai frontalieri dallo Stato in cui hanno lavorato, e il leghista chiede: "Come faremmo a evitare abusi, con persone che percepiscono la rendita ma lavorano, in nero o no, di là?"

BERNA – E se non fosse un caso isolato? Lorenzo Quadri ne è convinto: gli otto frontalieri che risultavano disoccupati incassando l’indennità italiana e invece lavoravano regolarmente in Svizzera non sono che la punta dell’iceberg.

Così, assieme a Roberta Pantani, interpella il Consiglio Federale.

“Come noto, l’UE potrebbe decidere – anche se per ora il dossier risulta arenato non essendo stato raggiunto il necessario consenso – di imporre il pagamento delle indennità di disoccupazione dei frontalieri allo Stato di ultimo impiego e non più come adesso (principalmente) a quello di residenza”, spiega (quindi, non più all’Italia ma alla Svizzera). 

“Al proposito, il CF ha già dichiarato pubblicamente che un eventuale cambiamento di sistema nel senso indicato sopra comporterebbe per la Svizzera costi nell’ordine di grandezza di centinaia di milioni di Fr. Oltre al tema dei costi si pone anche quello degli abusi: ovvero, dei frontalieri che potrebbero risultare disoccupati in Svizzera ma poi lavorare in nero in Italia”, ipotizza Quadri. “È dunque fondamentale che la Svizzera rifiuti di adeguarsi all’eventuale nuova regolamentazione UE sulla disoccupazione dei frontalieri. Peraltro, pare che il Lussemburgo abbia già concertato delle eccezioni”.

Ma non è ottimista in merito: “Tuttavia, in considerazione della politica del cedimento da anni praticata dal Consiglio federale e dalle maggioranze politiche in parlamento nei confronti di ogni e qualsiasi pretesa dell’UE, c’è da temere l’ennesimo “adeguamento”.

Quindi chiede:

“Nella denegata ipotesi in cui dovesse entrare in vigore la disposizione UE in base a cui a versare le indennità di disoccupazione dei frontalieri dovrà essere lo Stato di ultimo impiego, e la Svizzera decidesse di adeguarsi: come intende il CF evitare che frontalieri beneficiari di rendite LADI in Svizzera lavorino in nero – o anche non in nero – in Italia? Quali controlli internazionali potrebbero essere messi in atto per evitare abusi?”.

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