MENDRISIO - Ieri le fiamme che si sono levate alte nel cielo di Mendrisio hanno fatto rabbrividire molti. A qualcuno è tornato in mente l'altro incendio, quello che ha devastato il Mulino di Maroggia. Il deposito di gomme bruciato era stato distrutto dal fuoco già quattro ani fa.
I cittadini si fanno domande e il PLR vuole vederci chiaro. "Non è purtroppo il primo devastante incendio con conseguenze nefaste sulla qualità dell'aria già compromessa del Mendrisiotto, che colpisce questo deposito", ricordano Giovanni Poloni, Tiziano Calderari e Gabriele Ponti in un'interrogazione urgente al Municipio di Mendrisio, sottolineando la pericolosità di eventi simili anche per le aziende circostanti. Dopo i lrogo del 2016, "l’autorità comunale, in accordo con i competenti servizi dipartimentali e concluse le misure di messa in sicurezza, ha autorizzato la continuazione dell’attività nel rispetto delle prescrizioni tecnico-gestionali in vigore, imponendo però una limitazione supplementare in termini di capacità massima di stoccaggio".
Così, oltre a chiedere informazioni sul numero di persone intervenute (45 uomini e 14 veicoli, lo ha detto la Polizia) i tre vogliono sapere: "Quali controlli sono stati fatti dopo il primo incendio? Quali sono le probabili cause di questo secondo incendio? Vi sono pericoli per i cittadini e le cittadine?".
Anche il PPD ha inoltrato un'interrogazione. "Questa tipologia di roghi implica una maggiore attenzione, in particolar modo, a tutta la popolazione che abita nelle vicinanze, agli operatori degli Enti di Pronto Intervento attivi sul posto, senza dimenticare l’impatto che ha sull’inquinamento del suolo e dell’aria. Fortunatamente, anche questa volta, l’incendio ha creato unicamente danni materiali e un grande spavento, grazie all’impegno di ben 45 militi del Centro Soccorso Cantonale Pompieri del Mendrisiotto, che si sono impegnati per tutta la notte e lungo il corso della giornata successiva per domare le fiamme. Il rogo ha però creato seri problemi alla qualità dell’aria del Mendrisiotto e ai cittadini costretti a respirare un alto livello di polveri fini", scrive Davide Rossi, riprendendo anch'egli le risposte a una precedente interrogazione data dal Municipio nel 2017, ovvero che era stata autorizzata la continuazione del'attività con una diminuzione della capacità massima di stoccaggio.
Chiede:
"1. Quali ripercussioni ambientali ha avuto l’incendio, dal profilo in particolare dell’inquinamento del suolo e atmosferico?
a. Il Municipio non ritiene necessario fornire un’informazione pubblica immediata su questi aspetti?
2. Quali sono state le limitazioni supplementari in termini di capacità massima di stoccaggio imposte nel 2017?
3. Il quantitativo presente al momento del rogo rispettava le disposizioni?
4. Sono stati effettuati controlli dall’ultimo incendio ad oggi da parte dell’UTC e dal Cantone?
a. Se sì, quando?
b. Sono state riscontrate delle irregolarità? Se sì, quando e quali?
c. Se sì, quali provvedimenti e misure sono stati ordinati? Se del caso, è stato verificato il rispetto di eventuali misure?
5. I responsabili dell’impianto saranno tenuti ad assumersi tutti i costi degli interventi e dei danni causati?
6. Ritiene il Municipio che siano ravvisabili nell’evento componenti penali?
7. Nelle scorse settimane ci sono state delle segnalazioni all’UTC inerenti il luogo in oggetto da parte di cittadini?
8. Il Municipio non ritiene opportuno imporre lo spostamento di questa attività al di fuori dell’abitato?"