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04.05.2022 - 13:180

Molestie all'Unitas, siluro leghista contro Bertoli: "Non poteva non sapere"

"Riteniamo doverose le dimissioni dei membri dei comitati dell’Associazione UNITAS e delle Fondazioni ad essa legate. E il Governo intende aprire un'inchiesta?"

BELLINZONA – Sul caso delle molestie all’Unitas arriva un terzo atto parlamentare. Dopo le interrogazioni non ancora evase, sui casi di cui è stato protagonista un alto dirigente e ai sussidi cantonali di cui beneficia l’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana, la Lega dei Ticinesi ha presentato oggi un iterpellanza firmata a nome del gruppo parlamentare da Maruska Ortelli, con i cofirmatari Massimiliano Robbiani e Stefano Tonini. E i deputati chiamano in causa il ministro Manuele Bertoli, fino adoggi presidente del Governo. Ecco il testo dell’atto parlamentare.

 

“La vicenda delle molestie all’UNITAS per oltre 20 anni ha (giustamente) scatenato un putiferio,  decine di articoli e due interrogazioni che ancora attendono  una risposta. A seguito della vicenda, l’11 marzo di quest’anno, decine di utenti e operatori hanno chiesto le dimissioni dei dirigenti dell’Associazione. ‘Con la presente, soci, volontari e utenti dell’Associazione UNITAS richiedono una reazione riguardo gli eventi, diventati di recente di dominio pubblico, inerenti alle associazioni e fondazioni per ciechi UNITAS, Tarcisio e Anita Gaggini e Emma Rulfo”.

 

In data 18 febbraio 2022  Ticinonline pubblica “I silenzi delle molestie all’ombra di UNITAS” articolo  di denuncia verso l’Associazione UNITAS e le fondazioni per ciechi e ipovedenti “Tarcisio Bisio e Anita Gaggini” e “Emma Rulfo”. La Regione lo segue in data 10 marzo, pubblicando “UNITAS, la lunga mano e i troppisilenzi”.

Entrambi gli articoli denunciano importanti abusi di potere che vanno al di là di quello che la legge consente, perpetrati da alcuni membri degli enti citati. Duole notare che buona parte di chi non ha  commesso abusi, pur essendone a conoscenza, non ha fatto nulla per fermarli, agendo così per  omissione.

Gli appellanti ritengono tali comportamenti inaccettabili e compromettenti per l’integrità  degli  utenti e a redibilità egli enti stessi. Sulla base di queste informazioni gli appellanti ritengono doverose le dimissioni dei membri dei comitati dell’Associazione UNITAS e delle Fondazioni Tarcisio  Bisio e Anita Gaggini e Emma Rulfo.

 

Riassumendo in poche righe: un alto dirigente dell’UNITAS ha il vizietto di allungare le mani sulle utenti e sul personale femminile dell’Associazione. Come spesso capita in queste situazioni, tutti sapevano, ma nessuno ha fatto nulla lasciando agire il molestatore indisturbato per decenni. Nel 2019, finalmente, il molestatore, tramite una raccomandata a mano consegnatagli da Mario Vicari e Davide Balbo (rispettivamente presidente e vicepresidente dell’UNITAS), viene esonerato dalle cariche istituzionali he detiene: membro della Commissione economica, membro del Gruppo Santa Lucia, delegato per le Assemblee della FSC, membro dei consigli di cui fa parte, la Fondazione UNITAS in memoria di Tarcisio Bisi e Anita Gaggini e della Fondazione Emma ed Ernesto Rulfo sono stati informati della decisione. 

Da notare che il molestatore non è stato allontanato dalla Fondazione UNITAS (di cui è tutt’ora presidente) dove, tra gli altri siede anche Manuele Bertoli, che all’UNITAS ha lavorato in varie  funzioni dirigenziali prima di essere eletto Consigliere di Stato. Bertoli, che in qualità di membro del Consiglio di Fondazione UNITAS è stato informato delle misure prese nei confronti del molestatore dalla copia della raccomandata (a mano) che il presidente (Vicari) e vicepresidente (Balbo) dell’Associazione hanno consegnato al Presidente della Fondazione.

 

Il Presidente del Governo ha rilasciato un’intervista alla Regione dove afferma “Non sono mai stato informato e non sono a conoscenza diretta di casi di molestie. Escludo vi siano stati casi di mobbing quando io ero direttore”. Ma c’è di più! Il 10 aprile 2022 “Il Mattino della Domenica” pubblica un approfondimento sulla vicenda da dove risulta evidente che Bertoli, non poteva non essere al corrente delle molestie che subivano le utenti dell’Associazione, anche perché il suo nome è espressamente citato in una lettera del 16.12.2001 (destinata ai dirigenti di UNITAS di cui Bertoli faceva parte). Nella lettera in questione venivano svelati gli abusi che avvenivano tra le mura della struttura per i ciechi”.

I deputati leghisti chiedono dunque come intende agire il Governo “quando un suo membro omette in maniera evidente di essere informato su una vicenda delicata come quella evocata qui” e se intende avviare un’inchiesta.

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