BERNA – Per la prima volta nella sua storia, dopo vent’anni dalla sua entrata nell’Onu, la Svizzera potrebbe occupare uno dei dieci seggi non permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Lo decideranno oggi a New York i 193 Stati membri dell'Assemblea generale.
Le possibilità
Le possibilità della Confederazione sono considerate buone. Oltre alla Svizzera, solo Malta si è candidata per uno dei due seggi che si renderanno vacanti nel gruppo regionale occidentale negli anni 2023-2024. Ciò significa che non vi sono avversari diretti. L'elezione, che dovrebbe iniziare alle 16:00 ora svizzera, si svolgerà in forma anonima. Serve una maggioranza di due terzi.
Governo e parlamento favorevoli, UDC contraria
Il Consiglio federale - che aveva deciso nel 2011 di candidarsi per il seggio nel Consiglio di sicurezza dell'Onu - e il parlamento sono chiaramente a favore della candidatura elvetica. Non manca comunque l'opposizione, in primo piano quella dell'UDC, che vede problemi con lo statuto di neutralità. Sia il Consiglio nazionale che il Consiglio degli Stati hanno però respinto chiaramente una mozione democentrista che chiedeva di abbandonare la candidatura.
“Un seggio compatibile con la neutralità elvetica”
Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis ha ripetutamente sostenuto che un seggio nel Consiglio di sicurezza è compatibile con la neutralità e nell'interesse del paese. A suo avviso la Svizzera rappresenterà la voce delle minoranze e di coloro che vogliono raggiungere compromessi: la Confederazione ha molte competenze che vuole mettere a disposizione nell'organo dell'Onu, sostiene il responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri.
Profilo elvetico, un vantaggio per il Consiglio di sicurezza
Politici di diversi Paesi hanno accolto positivamente la candidatura elvetica. Ritengono in particolare che in questo periodo di tensione il profilo della Confederazione possa essere un vantaggio per il Consiglio di sicurezza. La Svizzera “può contribuire molto”, ha detto ad esempio alla fine di maggio il presidente colombiano Ivan Duque a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos.
Una candidatura ancora più rilevante dopo la guerra
La candidatura della Svizzera a un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza dell'Onu ha acquisito ancora più rilevanza dopo l'aggressione della Russia all'Ucraina. La Russia è infatti uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, insieme alle altre potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale: Usa, Cina, Gran Bretagna e Francia. Oltre a questi cinque membri permanenti, dieci stati ne entrano a far parte per periodi di due anni, due per ogni blocco regionale.
Il ruolo del Consiglio di sicurezza
Composto quindi di 15 membri, il Consiglio di sicurezza è incaricato di mantenere la pace e la sicurezza internazionali in conformità con i principi e le finalità delle Nazioni Unite. È anche l'entità che vota le sanzioni che possono essere applicate in modo vincolante contro uno stato membro, in caso di violazione del diritto internazionale.
I cinque membri permanenti - e quindi anche la Russia - possono porre il veto a qualsiasi decisione. Questo potere di veto ha spesso bloccato il lavoro del Consiglio dai tempi della guerra fredda. Molti stati membri dell'Onu - Svizzera compresa, che ha aderito nel 2002 - sono quindi favorevoli a una riforma.
Cosa cambierebbe per la Svizzera
Se sarà eletta, la Svizzera inizierà il suo mandato nel Consiglio di sicurezza dell'ONU il prossimo gennaio. Ma già dal primo ottobre entrerà in un periodo transitorio.