BELLINZONA – Credit Suisse e tagli del personale: "il Governo ancora una volta lascerà fare?". È la domanda su cui ruota l'interpellanza inoltrata dall'MPS al Consiglio di Stato. "Nelle scorse settimane è trapelata la notizia che il prossimo autunno Credit Suisse annuncerà il taglio di migliaia di posti di lavoro. Per il momento l’istituto bancario non conferma né smentisce. Un simile atteggiamento non può che essere un’indiretta conferma dell’intenzione di effettivamente procedere alla soppressione di posti di lavoro", si legge nell'atto parlamentare.
"Non è la prima volta che il Canton Ticino è confrontato con tagli, anche importanti, nel settore bancario. Ancora recentemente Credit Suisse ha proceduto alla chiusura di alcune filiali. In quelle occasioni il CdS, da noi interpellato, se ne era, come Ponzio Pilato, lavato le mani. Guai a mettere in discussione le decisioni dei padroni…".
E ancora: "Un atteggiamento che non può che essere biasimato e condannato. Il Governo cantonale non solo è tenuto, fosse solo per ragioni morali, ad intervenire per impedire la soppressione di posti di lavoro; ma vi è anche un obbligo legale relativo dalle disposizioni legali in materia di licenziamenti e ristrutturazioni aziendali che impone al Cantone di verificare la situazione".
Alla luce di quanto esposto, ecco le domande per il Governo:
1.Cosa ha finora intrapreso alfine di sapere se i preannunciati tagli presso il Credit Suisse riguardano anche la piazza bancaria ticinese?
2. Cosa intende fare per cercare di impedire eventuali tagli previsti in Ticino?