BELLINZONA - “Sono curiosa di sapere quali saranno i contenuti di questo nuovo progetto, perché è chiaro che una proposta politica non può ruotare attorno a una persona, ma deve poggiare su idee e visioni della società”, è stato il commento a LaRegione della copresidente del Ps, Laura Riget, alla comunicazione delle dimissioni di Amalia Mirante dal partito per fondare un proprio movimento (LEGGI QUI).
Mirante ha ufficializzato la sua decisione alla trasmissione “Detto tra noi” condotta da Andrea Leoni su TeleTicino, ma è un passo che era nell’aria da tempo, tanto che Riget non è parsa stupita più di tanto. “Come Partito socialista prendiamo atto delle dimissioni di Mirante, che a quanto pare non si riconosce più nel programma di partito”, ha commentato, sottolineando come “in questo momento di difficoltà, per la popolazione è importante avere un polo progressista vasto e unito, obiettivo della nostra alleanza con i Verdi. Avere in campo un ulteriore partito dell’1 o 2% indebolisce le battaglie che portiamo avanti e rende quindi meno efficace l’azione a tutela delle fasce più deboli”. Riguardo alla possibilità che la scelta di Mirante possa provocare una perdita di voti o di seggi in Parlamento, Riget si è detta serena: “Con le nostre proposte concrete sapremo convincere l’elettorato”, ha affermato.
Infine, la copresidente del Ps ha confermato e reso ufficiale la candidatura di Maurizio Canetta - che al Congresso aveva presentato e difeso l’emendamento per superare il tema candidatura di esperienza e candidatura di rinnovamento in favore di Amalia Mirante - per il Gran Consiglio. “Questo dimostra che nel Ps c’è spazio per tutte le persone che si riconoscono nel nostro programma”, ha concluso Riget.
Quello di Riget non è l’unico parere critico sulla decisione di Amalia Mirante di lasciare il Ps e fondare un proprio partito (del quale non si conosce ancora il nome né se correrà per le prossime elezioni Cantonali). Altri esponenti della sinistra sono scettici. Come il Sindaco di Bellinzona Mario Branda che, come riporta LaRegione, ha commentato: “Se sul piano strettamente umano posso capire la scelta di Mirante, su quello politico non la condivido assolutamente. La trovo una scelta sbagliata perché, e l’ho detto al Congresso, se come centrosinistra vogliamo contare qualcosa bisogna aggiungere, integrare, unire e non dividere e togliere”.
E sull’importanza di una sinistra unita pone l’accento anche il capogruppo in parlamento Ivo Durisch, secondo il quale il passo di Amalia Mirante non va sottovalutato: “A me stanno a cuore i temi della sinistra e dispiace questa ulteriore frammentazione. L’unione permetterebbe di essere più incisivi, soprattutto in un momento in cui la destra ha capito che allearsi potrebbe portare via voti alla sinistra. Auspico che non si traduca in un’erosione di consensi per il Ps con riferimento al Gran Consiglio, anche perché in questi quattro anni come Partito socialista ci siamo battuti contro le disuguaglianze e i cambiamenti climatici. Ci siamo battuti contro i rincari e per la difesa del potere d’acquisto e della previdenza vecchiaia. Ci siamo insomma focalizzati su quelle che sono le preoccupazioni principali della popolazione”.