LUGANO – “Superiamo la contraddizione del noi contro di voi. Il cliché della sanità pubblica contro quella privata non vale in questo caso. L’iniziativa è chiara e prevede la creazione di una fondazione di pubblica utilità e senza scopo di lucro, i cui eventuali utili saranno reinvestiti nella ricerca”, è l’appello di Marco Chiesa. Si parla di Cardiocentro, un tema caldo con la raccolta di firme in corso (che sta andando molto bene), ma in generale di sanità: un argomento di cui si parlerà, per altre questioni, anche oggi in Gran Consiglio.
Ma al di là del dibattito su pubblico e privato (Marina Carobbio ha ribattuto che “è esattamente quanto già fanno dei poli d’eccellenza come lo IOSI e il Neurocentro, i quali – come è stato garantito al Cardiocentro dopo l’integrazione nell’EOC – dispongono della totale autonomia clinica e scientifica”), ieri a Piazza del Corriere sono state le risposte del professor Tiziano Moccetti a prendersi la ribalta.
I motivi per cui ritiene che l’ospedale del cuore deve mantenere una sua autonomia e dunque del perché è stata lanciata l’iniziativa sono ormai chiari. Moccetti si è esposto parlando dei rapporti con Paolo Sanvido, ora presidente del CdA dell’EOC e principale “avversario”, e con suoi due figli che lavorano al Cardiocentro.
“Per 10 anni è stato un valido membro del Consiglio di fondazione e ha sempre condiviso le visioni e i conti del Cardiocentro. Era come un figlio per me, ma ora mi sento ferito dal suo comportamento”, ha detto con amarezza.
Che si è tramutata in orgoglio quando gli è stato chiesto se il Cardiocentro non è ormai una sorta di azienda di famiglia, dato che vi lavorano i due figli. Il primo, ha spiegato, è il figlioccio di Zwick, fondatore dell’ospedale del cuore, che è stato il primo a volerlo assumere. “Di Dante io sono fiero anche per i tanti progetti portati avanti. Da 4 anni, dopo essere arrivato dall’estero, è poi attivo Marco, specialista in cardiologia che ha portato in Ticino la tecnica radiale di cui hanno beneficiato tutti i pazienti ticinesi”. E aggiunge che “in ogni famiglia si discute di determinati argomenti i figli possono essere entusiasmati dai loro padri o dalle loro madri”. Come successo ai suoi.