LUGANO - ‘Ma come si fa a non provare vergogna nel fare certe dichiarazioni?” È durissima la reazione del Consiglio della Fondazione Cardiocentro all’intervista rilasciate dal presidente dell’Ente ospedaliero Paolo Sanvido sull’ultimo numero del Caffè. Un’intervista in cui Sanvido aveva attaccato a testa bassa i vertici dell’ospedale del cuore.
"Siamo all'alba di un grande progetto universitario, mi spiacerebbe se tutto questo fosse messo in pericolo per garantire gli interessi privati di alcune famiglie”, queste una delle frasi ad alto contenuto polemico affidate dal presidente dell’EOC al domenicale.
E, a distanza di una settimana, ecco la replica della Fondazione che gestisce l’ospedale del cuore che parla di “dichiarazioni in larga misura false, tendenziose e gravemente diffamatorie verso l’istituto e i suoi collaboratori”.
“Il Consiglio di Fondazione - si legge in una nota - smentisce innanzitutto di aver mai ostacolato il dialogo tra le parti. Al contrario i rappresentanti del Cardiocentro, durante i negoziati che si protraggono ormai da diversi anni, hanno sempre mantenuto un profilo aperto e propositivo con lo scopo di costruire una soluzione innovativa e condivisa. Prova ne sia che, nel corso di innumerevoli incontri e carteggi intercorsi tra Cardiocentro ed Ente ospedaliero, tutti documentabili, il Consiglio di Fondazione ha avanzato svariate proposte, strutturate e dettagliate, per poter raggiungere un’intesa con l’EOC nell’interesse esclusivo dei pazienti cardiopatici ticinesi, dei collaboratori dell’istituto e del sistema sanitario cantonale nel suo complesso. Lo stesso identico approccio è stato mantenuto anche nel recente dialogo con il Consiglio di Stato”.
“A queste proposte, tuttavia - prosegue il comunicato - non è mai stata data una risposta di merito sui punti chiave che, secondo il Consiglio di Fondazione, rappresentano la garanzia irrinunciabile per una continuità della filosofia clinica dell’istituto che ha portato il Cardiocentro ai vertici della sanità svizzera e internazionale. Traguardi che hanno prodotto un evidente beneficio, anche in termini economici, per l’intero Canton Ticino. Parliamo di investimenti molto significativi per garantire la massima qualità delle cure ai pazienti ticinesi in un mondo sanitario sempre in costante e rapida evoluzione tecnologica. Ma parliamo altresì di posti di lavoro ad alto valore aggiunto, di una rete di prevenzione che ha drasticamente ridotto le morti per infarto ed arresto cardiaco, di un serbatoio di know how in settori strategici come quello della ricerca. Il tutto senza chiedere un solo franco di soldi pubblici”.
“In tal senso, contrariamente a quanto affermato - si legge ancora nella nota - il Consiglio di Fondazione ribadisce che tutti (tutti!) i documenti riguardanti il Cardiocentro richiesti di volta in volta - siano essi finanziari, amministrativi, medici o scientifici - sono sempre stati messi a disposizione dell’EOC e delle autorità cantonali, in una logica di trasparenza, collaborazione e fiducia tra partner. Fiducia che, tuttavia, negli ultimi mesi è stata minata dalle continue fughe di notizie volte a strumentalizzare dati sensibili con lo scopo di denigrare agli occhi dell’opinione pubblica l’istituto e la sua attività. Ciò nonostante il Consiglio di Fondazione ribadisce per l’ennesima volta la propria disponibilità a un dialogo con tutti gli attori coinvolti, a patto che lo stesso sia finalmente fondato su principi di correttezza e sulla sincera volontà di costruire una soluzione”.
Ma il passaggio più duro del comunicato è quello che si concentra sull'affondo dell’intervista di Sanvido che abbiamo riportato in apertura del pezzo. “Per il Consiglio di Fondazione risulta inaccettabile il volgare attacco personale mosso al fondatore del Cardiocentro, Professor Tiziano Moccetti, accusato addirittura di mettere in pericolo la sanità ticinese e il futuro polo universitario per suoi presunti interessi privati. Quello stesso polo universitario di cui il Cardiocentro è coofondatore, con cui ha stipulato un contratto e alla cui creazione sta collaborando in modo determinante, grazie alla partecipazione al progetto dei suoi primari. Quella stessa sanità ticinese che, senza l’intuito, la passione e il lavoro che il Professor Moccetti ha investito senza mai risparmiarsi negli ultimi 20 anni, vedrebbe ancora i pazienti cardiopatici ticinesi, e le rispettive famiglie, costretti a prendere il treno per Zurigo per farsi curare. L’unico obbiettivo che ha sempre mosso il Professor Moccetti nella sua attività, è quello di salvare quante più vite possibili, come testimonia la calorosa gratitudine che i cittadini continuano a manifestargli. Ma se la gratitudine non è un sentimento per i cuori di tutti, almeno un briciolo di pudore dovrebbe sconsigliare certe esternazioni villane”.
E ancora: “Di fronte a parole tanto sprezzanti e livorose verso il Professor Moccetti, il Cardiocentro, i suoi dipendenti e ciò che l’istituto rappresenta per migliaia di pazienti cardiopatici in Ticino, non si può che rimanere increduli nel constatare come si possano formulare certe accuse senza provare vergogna. Purtroppo non è la prima volta che il presidente dell’EOC dileggia con arroganza la comunità del Cardiocentro: basti ricordare quando definì “ultras” gli ammalati che, nel corso degli ultimi mesi, hanno deciso di testimoniare pubblicamente il proprio sostegno a favore dell’ospedale del cuore e dei suoi collaboratori. Questi ripetuti insulti hanno generato sofferenza nel personale e nei pazienti. Persone che non meritano di essere offese e schernite per l’attaccamento, umano e professionale, che provano per l’istituto”.
Ma la Fondazione riserva una stilettata anche al ministro della sanità Paolo Beltraminelli: “Questo stillicidio di attacchi umilianti contro il Cardiocentro avviene nel silenzio assordante del DSS che - indipendentemente dalle legittime differenze di vedute sul futuro dell’istituto - accetta con complicità che una struttura di punta del sistema sanitario cantonale, venga sistematicamente denigrata da alcuni mesi a questa parte”.
“Il Consiglio di Fondazione - termina la nota - non intende farsi intimidire da attacchi e avvertimenti più o meno provocatori e continuerà, in sintonia con i suoi valori e con quelli del nostro Paese, a battersi affinché, anche in futuro, venga garantita la stessa qualità delle cure ai pazienti cardiopatici ticinesi, la stessa situazione contrattuale per tutti i suoi collaboratori e la stessa filosofia clinica che mette al centro di tutto la persona, prendendosene cura come ammalato e non come il numero di una cartella ospedaliera. Tutti elementi fondamentali alla base dei successi del Cardiocentro da 20 anni a questa parte”.