Sanità
29.03.2018 - 19:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Cardiocentro, interviene l'EOC: "Lieti che il Municipio sia in linea con i risultati del gruppo di lavoro misto. Riprenderemo tutti i dipendenti, servono però maggiori sinergie"
In una lunga nota, l'EOC racconta la sua sorpresa quando la Fondazione Cardiocentro, a febbraio, ha preso posizione contro il progetto chiedendo la mediazione del Consiglio di Stato. Nel comunicato, non viene citato il comitato "Grazie Cardiocentro". "L'autonomia è garantita, come con IOSI e NSI"
LUGANO – Nella questione relativa al Cardiocentro, mancava la presa di posizione dell’EOC (a parte le dichiarazioni di Pellanda al Caffè settimana scorsa), è arrivata oggi. Si manifesta disponibilità per incontrare il Consiglio di Stato, e si felicita che il Municipio chieda autonomia, dato che a suo avviso è garantita anche dalla soluzione inizialmente concordata.
“Il Consiglio di amministrazione dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) ha preso atto della lettera che il Municipio di Lugano ha scritto al Consiglio di Stato in merito al futuro del Cardiocentro Ticino (CCT). Nella missiva, il Municipio conferma l’auspicio che il Cardiocentro Ticino “mantenga negli anni a venire la necessaria autonomia, ciò per salvaguardare il modello di successo e di eccellenza creata nel tempo”. L’EOC è lieto di constatare che il Municipio di Lugano è in sintonia con i risultati del gruppo di lavoro misto composto di medici primari EOC-CCT, che ha proposto la riunione in un istituto dotato di autonomia clinica e gestionale sul modello già realizzato con successo dall’EOC con l’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI) e con il Neurocentro della Svizzera Italiana (NSI)”, si legge.
“Questa soluzione permette di garantire un’ampia autonomia clinica e gestionale al futuro CCT, nella continuità della tradizione e della cultura clinica maturata in questi anni al Cardiocentro, obiettivo che sta a cuore anche all’EOC. È però fondamentale rafforzare ulteriormente le sinergie indispensabili per consolidare il futuro assetto del settore ospedaliero a favore del paziente ticinese. In effetti, la concorrenza da parte di Centri ospedalieri d’Oltralpe è sempre più forte. Insieme, EOC e Cardiocentro potranno anche consolidare il loro sostegno al progetto di Master in medicina umana all’USI”, prosegue la nota.
“Anche il tema del personale, che costituisce la risorsa principale di un’azienda, sta molto a cuore all’EOC. In questo senso, l’EOC ha già garantito che riprenderà tutti i contratti di lavoro dei collaboratori del Cardiocentro al più tardi entro il 2020. Va sottolineato che il contratto collettivo per i collaboratori dell’EOC è improntato alla concertazione, alla responsabilità condivisa e alla conciliabilità lavoro-famiglia. Si tratta di un contratto più volte indicato come esempio innovativo da seguire a livello svizzero”: dunque, un altro punto importante.
Per quanto concerne le trattative, “in febbraio, il Consiglio di amministrazione dell’EOC aveva inviato una lettera alla Fondazione Cardiocentro Ticino in cui comunicava di avere preso atto con soddisfazione del rapporto sottoscritto alla fine del 2017 da tutti i primari del Gruppo di lavoro misto, segno tangibile di un’importante intesa tra i clinici delle due strutture su possibili scenari futuri. Nella missiva proponeva inoltre il lancio di un progetto entro il 2020 per la realizzazione dello scenario prescelto dai clinici. Il Consiglio di Fondazione del Cardiocentro aveva risposto alla lettera del Cda prendendo posizione sostanzialmente contro il progetto lanciato dall’EOC. Nella sua risposta, il Consiglio di Fondazione del Cardiocentro indicava a sorpresa di volersi appellare al Consiglio di Stato per una mediazione. Il Cda dell’EOC ha immediatamente preso atto dell’appello del Cardiocentro al Governo cantonale e ha comunicato al Consiglio di Stato di essere volentieri a disposizione per qualsiasi informazione e per un incontro”. Insomma, a sorpresa le condizioni sono cambiate.
Da notare che molti politici, imprenditori e persone della vita civile si sono uniti nel comitato “Grazie Cardiocentro”, che però non viene citato nel comunicato.