SANITà
"Pianificazione morta e sepolta!". Pronzini all'attacco: "Quell'emendamento passato da Bianchi a tre deputati..."
Il deputato lamenta il fatto che alcuni suoi atti in merito al tema non sono stati presi in considerazione. "La sentenza del TRibunale parla di incompetenza, subordinazione alle casse malati, arroganza. Ridiscutiamone!"

BELLINZONA - MPS e PS contro la pianificazione ospedaliera, dopo la sentenza del Tribunale Amministrativo Federale. Pronzini invia un’interpellanza dove lascia giudizi duri, i socialisti si fanno sentire con un comunicato e con un’interrogazione di Gina La Mantia (vedi correlati).

“La lettura della sentenza del TAF dello scorso 25 febbraio 2019 boccia senza possibilità d’appello l’intervento politico in ambito ospedaliero da parte del CdS. Una bocciatura che va aldilà della pianificazione ospedaliera abbracciando anche la passività e l’assenza dei controlli sui criteri di qualità in ambito sanitario”, scrive Pronzini, sottolineando come il suo movimento da tempo afferma che la pianificazione sia morta. 

“Dunque, ancora una volta, l’MPS aveva visto giusto!”, si rallegra. “La sentenza del TAF contiene anche altri interessanti spunti di riflessione. Spunti che si collegano a tematiche ospedaliere al centro del dibattito politico (con risvolti anche giudiziari) di questi ultimi anni. Ci riferiamo, ad esempio, alla nostra denuncia verso le negligenze del medico cantonale sulla qualità delle cure in particolare sull’assenza delle norme di controllo presso il Sant’Anna. Denunce sfociate in diversi atti parlamentari nei quali il CdS ha sempre, a priori, difeso le negligenze del medico cantonale”. 

Citando ampi stralci della sentenza, Pronzini passa poi a parlare di quando si è discusso della pianificazione in Gran Consiglio. “Durante tutta la discussione parlamentare sulla pianificazione ospedaliera il Consiglio di Stato ha fatto proprio e difeso all’inverosimile, solo contro tutti, la posizione delle casse malati secondo cui i famosi reparti AMI dovevano essere parificati alle case di cure (case anziani) e non agli istituti somatico-acuti. In termini tecnici capoverso 3 (case di cure) e non capoverso 1 (istituti somatici-acuti) dell’articolo 39 della LaMal”, ricorda. “Questa intransigenza del CdS nel voler considerare i reparti AMI come delle case anziani si spinse oltre il buon senso. A poche ore dal dibattito parlamentare il direttore della divisione salute del DSS, Paolo Bianchi “passò” a tre deputati, il leghista Michele Foletti, il liberale Nicola Pini ed il pipidino Lorenzo Jelmini un emendamento sul tema. Anche grazie al voltafaccia del gruppo leghista, incitato da Paolo Sanvido che poche settimane prima era stato nominato nel consiglio d’amministrazione dell’EOC, e dall’astensione del relatore di maggioranza il liberale Bixio Caprara, il Parlamento si piego alla volontà del Consiglio di Stato”, per quello che a suo dire fu “un brutto pasticcio causato da un mix di incompetenza, subordinazione alle casse malati, arroganza”.

Insomma, “come indicato in entrata la pianificazione ospedaliera votata dalla Gran Consiglio in data 12 dicembre 2015 è da considerare morta e sepolta. Uccisa e sepolta due volte: dal responso popolare e dalla sentenza del TAF. Il Gran Consiglio deve far ammenda e ammettere che respingere le due mozioni presentate dall’MPS in data 6 giugno e 22 giugno 2016 è stato un errore”.

E chiede al Governo: 

“1. Per quale ragione nel suo comunicato stampa del 1° marzo 2019 il DSS ha nascosto le motivazioni per cui il TAF ha accolto il ricorso della Clinica Luganese di Moncucco?

2. Ritiene normale che la popolazione ticinese abbia dovuto apprendere da un servizio di Teleticino che il TAF ha considerato illegali gli attuali reparti AMI (art. 39.3 LaMal)?

3. Nella sua sentenza il TAF dichiara che l’UFAS già in data 7 novembre 2016 affermava che “in sostanza la pianificazione effettuata dal Canton Ticino non è conforme al diritto federale”. Per quale ragione il CdS non ha informato il Gran Consiglio di tale situazione?

4. La rinuncia ad allestire un messaggio sulle due mozioni MPS del 5 e 22 giugno 2016 è da ricondurre al fatto che il CdS voleva nascondere al Parlamento le conclusioni a cui era giunto l’UFAS con il suo scritto del 6 novembre 2016?

5. Alla luce delle considerazioni del TAF sulle negligenze dell’Ufficio del Medico Cantonale in materia di controllo sulla qualità delle cure il CdS ha qualcosa da rimproverarsi sull’errore medico del Sant’Anna?

6. Alla luce delle conclusioni del TAF sui reparti AMI il CdS ammette che fu un grave errore:

a. far propria la posizione delle casse malati (articolo 39.3 LaMal e non articolo 39.1)?
b. “passare” al trio d’apprendisti stregoni Foletti-Pini-Jelmini l’infausto emendamento?

7. Concorda sulla necessità che presso gli ospedali di Acquarossa e Faido si ritorni alla situazione precedente il 2015 e si consideri la totalità dei letti come acuti e geriatrici?

8. Concorda sulla necessità che l’Ospedale di Castelrotto possa nuovamente essere reinserito, come Acquarossa e Faido, nell’elenco degli istituti somatici acuti con il mandato Pacchetto base per la medicina interna?

9. Concorda sul fatto che con effetto immediato nei reparti AMI si debba sospendere la fatturazione dei 30 franchi a carico dei pazienti?”

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