BELLINZONA - Il settore sanitario chiedeva misure, e sono arrivate. "Bisogna prendere atto che il Consiglio Federale mostra preoccupazione di fronte a una situazione che appariva in via di miglioramento, grazie anche alla misure prese prima di dicembre", fa notare, preoccupato, Mattia Lepori, capo area medica dell'EOC. "Il fattore più rilevante per me è questo, al momento".
"Ci sono raggi di sole, il vaccino e il calo dei contagi, ma tutto questo non ci permette di vedere un'uscita dalla crisi", aggiuge, parlando alla RSI.
"La situazione sanitaria è eterogenea, in Svizzera. In Ticino abbiamo un calo importante dei contagi e delle ospedalizzazioni, dovuti alle misure di dicembre e alle vacanze di Natale, che a modo loro sono state un piccolo lockdown con molte persone che erano in vacanza e le scuole chiuse, quindi c'era meno gente sui mezzi pubblici. Ma non vale lo stesso per l'arco lemanico, per esempio", spiega.
Su precisa domanda sulla chiusura delle scuole, afferma che "non è la scuola in sè a creare problemi bensì la mobilità che l'andare a scuola comporta. In particolare penso alle misure prese oggi, primo fra tutti il telelavoro, che va verso una diminuzione della mobilità. Non è la permanenza in classe dei ragazzi a fare la differenza, a causare contagi, bensì il doversi muovere per andarci".