LUGANO – Angelo Renzetti è furibondo con il suo Lugano, e nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico Maurizio Jacobacci (che prende il posto di Fabio Celestini) ha svelato di essersi rivolto con toni decisamente duri ai suoi calciatori.
È nauseato dal mondo del calcio, non è un segreto che sarebbe disposto a vendere la società. Ce l’ha anche coi procuratori, rei a suo dire di voler imporre la presenza in campo dei loro assistiti. “Il primo procuratore che mi telefona e si lamenta perché un calciatore non gioca, butto fuori lui e il ragazzo”, ha tuonato.
“Sono saturo, nel calcio non ce la faccio più. Siamo in mano a gente nullafacente – con il rispetto per chi invece lavora – questi guadagnano sulle spalle degli altri e poi vengono a dirti cosa devi fare”, sempre riferendosi ai procuratori. ”A un presidente che paga 80 stipendi al mese. Non esiste”.
Non è stato affatto tenero anche verso i giocatori stessi. “In campo vanno loro, dipendiamo da loro: uno che perde la palla e non corre per riconquistarla non esiste. Il sacrificio... io sono venuto con la valigia con la corda e so cosa vuol dire”.
Ha poi aggiunto che i nuovi arrivati hanno deluso, non mostrandosi migliori di chi c’era prima di loro. "Ho cercato di responsabilizzare in pieno i giocatori perché a pagare le conseguenze della situazione sono la società (che non ci fa una bella figura nel cambio di tecnico e avrà costi supplementari) e l’allenatore (con un esonero che non è mai una bella cosa nella carriera professionale). Mentre i giocatori continuano a prendere lo stipendio, tanto le colpe sono degli altri, e non pagano nulla. Ho detto in modo prorompente a tutti che non ci sto", ha spiegato, esortando lo staff tecnico a fare le analisi video di fronte ai calciatori, in modo da far vedere quando qualcuno non cerca di rimediare a un errore: "uno non cerchi di riconquistare la palla persa, non esiste nel mio credo".