di Rocco Cattaneo*
Il popolo svizzero vuole vie ciclabili sicure. Queste sono le conclusioni che si traggono dall’incredibile risultato della votazione dello scorso 23 settembre sul Decreto concernente le vie ciclabili, i sentieri e i percorsi pedonali, approvato con il 73.6% dei voti. E specialmente il Ticino sopra la media con oltreil 75% di consensi si è dimostrato particolarmente sensibile alla tematica.
Si tratta di un chiara volontà dei cittadini ticinesi per la mobilità ciclabile che va oltre gli steccati dei partiti. L’ho sempre detto e lo ripeto: la bici non ha partito. Essi riconoscono l’enorme potenziale della bicicletta come mezzo di trasporto e per il tempo libero.
Inoltre con la diffusione dell’e-bike ci saranno sempre più persone motivate a lasciare a casa la macchina e a spostarsi con questo mezzo.
Ora che la bicicletta è entrata nella Costituzione, la Confederazione potrà sostenere e coordinare lo sviluppo di vie ciclabili su tutto il territorio nazionale. Questo non ci deve indurre a sederci sugli allori e aspettare che piovano da Berna nuovi progetti! Bisogna passare all’azione a livello cantonale e nei comuni per concretizzare questa chiara volontà popolare.
Questo significa prima di tutto fare un inventario dei progetti pianificati, di quelli in fase di attuazione e di quelli già realizzati. Quindi avere una visione d’insieme chiara almeno dei prossimi 4 anni. Individuare le sfide attuali e su quali parti del territorio esiste maggiore necessità e potenziale di sviluppo.
Secondariamente occorre muovere le risorse finanziarie necessarie a livello cantonale e negli agglomerati più importanti da destinare alla creazione di vie ciclabili, così come per accelerare la realizzazione dei progetti già avviati.S tiamo parlando di investimenti in opere pubbliche, che andranno a beneficio dell’intera società, del nostro benessere e dei turisti che saranno nostri ospiti e che sempre più richiederanno la possibilità di muoversi in bicicletta.
La politica ticinese deve approfittare di questo sostegno da Berna e attivarsi: è risaputo che il nostro cantone è tra le ultime posizioni in materia di sviluppo della mobilità lenta. Mancano vie ciclabili a lunga percorrenza, manca una segnaletica adeguata, spesso non c’è una separazione netta dal traffico motorizzato.
Tutti aspetti che rischiano di causare sempre più incidenti. La mobilità ciclistica è l’unico settore del traffico dove il numero degli incidenti è aumentato.
Perciò è sbagliato pensare che da adesso la Confederazione si prenderà a carico tutto quello che c’è da fare in questo ambito.
Sono le nostre istituzioni a doversi attivare. Quindi forza Ticino, cambiamo marcia e adoperiamoci concretamente per realizzare la volontà dei cittadini, per lo sviluppo di vie ciclabili sicure!
*Consigliere nazionale PLR