di Rocco Cattaneo*
Le regioni di montagna rappresentano un patrimonio di grande valore per la Svizzera e in particolare per il nostro Cantone. Se vogliamo mantenere vive le nostre valli, la qualità di vita deve essere salvaguardata.
Per questo il paesaggio, il tessuto economico, le attività sociali, ecc. devono essere sostenute in modo adeguato valorizzando le molteplici risorse.
Purtroppo assistiamo sempre più spesso all’occasione di votazioni federali ad una spaccatura tra centri e zone periferiche. Peccato!
Dobbiamo essere consapevoli che è una questione di coesione cantonale e nazionale: le zone periferiche non vivrebbero senza i centri e i centri soffocherebbero senza le zone periferiche.
Una risorsa importantissima delle nostre valli è l’acqua. Essa viene sfruttata in grandi quantità dalle 650 centrali presenti in Svizzera per la produzione di energia. L’energia idroelettrica rappresenta il 57% della produzione totale di energia elettrica in Svizzera. Più della metà viene prodotta nei cantoni di montagna, tra cui il Ticino.
Per lo sfruttamento di questo bene pubblico è prevista la riscossione di una tassa alle centrali, il cosiddetto canone d’acqua. Il canone d’acqua è una vera e propria fonte di introiti, un pilastro importante per l’economia del nostro Cantone: il Ticino incassa 55,1 milioni di franchi all’anno da questa tassa. Il 30% (nel 2018 erano circa 16,4 milioni) va a beneficio dei comuni di montagna sotto forma di Contributo di localizzazione geografica. Queste entrate sono quindi da difendere a denti stretti.
Attualmente è in corso una modifica della Legge federale sull’utilizzazione delle forze idriche. Il Consiglio degli Stati ha seguito la proposta del Consiglio federale di mantenere invariata l’aliquota massima dei canoni d’acqua a 110 franchi/kWl fino al 2024. Modelli alternativi verranno valutati una volta determinate le caratteristiche del mercato elettrico del futuro. Questo è un segnale importante, che dimostra la volontà da parte di Berna di sostenere i cantoni alpini e le regioni di montagna.
Il dossier passa ora al Nazionale, probabilmente già in primavera. Personalmente mi impegnerò per rappresentare gli interessi del Cantone e delle valli ticinesi dando seguito alla decisione degli Stati.
L’esempio dei canoni d’acqua dimostra che le nostre istituzioni sono sensibili alla situazione particolare delle zone di montagna. A tale scopo, la Confederazione ha pure sviluppato numerose politiche settoriali (trasporti, energia, turismo, agricoltura, ecc.).
Le sfide a cui sono sottoposte le nostre valli sono molteplici: spopolamento verso i centri urbani,mutamenti climatici, cambiamenti strutturali di agricoltura, industria, turismo e telelavoro. È quindi imperativo tenere alta la guardia su tutti i fronti, canoni d’acqua compresi, e continuare a fornire un sostegno costante a queste meravigliose regioni.
*Consigliere nazionale PLR, da Opinione Liberale