In una lettera senza precedenti ai vescovi Usa, Francesco attacca duramente la politica dell'amministrazione USA e invita i cattolici a fare altrettanto
di Don Gianfranco Feliciani
Ha cominciato il cardinale Blase Cupich di Chicago, ancora prima del giuramento del neo presidente Trump, a dichiarare l’opposizione ad ogni progetto di deportazione di massa di immigrati; poi il vescovo Mark Joseph Seitz di El Paso, a ribadire l’intolleranza verso ogni forma di ingiustizia e, infine, l’intera Conferenza Episcopale Usa ad esprimere sgomento per i provvedimenti annunciati.
Ora è il Papa in persona ad intervenire. A Francesco non piace la politica migratoria di Trump e non lo manda a dire. In una lettera senza precedenti ai vescovi Usa, Francesco attacca duramente la politica antimigranti di Trump e della sua amministrazione e invita i cattolici a fare altrettanto.
Scrive il Papa... “Ciò che si costruisce sulla forza, e non sulla verità della pari dignità di ogni essere umano, comincia male e finirà male... L’atto di deportare persone che in molti casi hanno lasciato la propria terra per motivi di estrema povertà, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o grave deterioramento dell’ambiente, ferisce la dignità di tanti uomini e donne, di intere famiglie, e li pone in uno stato di particolare vulnerabilità... La coscienza rettamente formata non può non esprimere un giudizio critico ed esprimere il proprio dissenso verso qualunque provvedimento che identifichi, tacitamente o esplicitamente, la condizione illegale di alcuni migranti con la criminalità... Privare gli immigrati della protezione ai sensi della legge è un affronto a Dio... Esorto tutti i fedeli della Chiesa cattolica e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a non cedere a narrazioni che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati”.
La dura replica della Casa Bianca non si è fatta attendere. Ci ha pensato Tom Homan, un funzionario di lungo corso che Trump ha investito del titolo di “Zar”, destinandolo a controllare le frontiere americane: “Forse il Papa dovrebbe concentrarsi sulla Chiesa cattolica e lasciare che ci occupiamo noi dei confini. Vuole attaccarci perché proteggiamo i nostri confini? Il Vaticano ha un muro attorno, giusto? E noi non possiamo avere un muro attorno agli Stati Uniti?”. Ma questa non è democrazia, non è politica seria! Qualcuno un giorno chiese al presidente americano Abramo Lincoln (1809-1865) – a lui si deve l’abolizione della schiavitù – una previsione sul futuro degli Stati Uniti. Egli rispose: “L’America non verrà mai distrutta dall’esterno. Se vacilleremo e perderemo le nostre libertà, sarà perché l’avremo distrutta noi stessi”.