Don Feliciani: "Il presidente degli Stati Uniti si definisce cristiano. Speriamo che si ricordi della grande sentenza biblica: Ricordati, uomo, che sei polvere, e in polvere tornerai!”
di Don Gianfranco Feliciani
L’acceso scontro verbale andato in scena fra Trump e il suo vice Vance e, dall’altro, il presidente ucraino Zelensky, davanti ai giornalisti americani e alle televisioni, rappresenta un evento senza precedenti nella storia della diplomazia. Il mondo ha assistito a un litigio in diretta. Zelensky era lì per firmare l’accordo che concede agli Usa diritti sulle risorse minerarie ucraine, in cambio degli aiuti militari per la difesa del suo Paese dall’aggressione russa, ma la risposta americana si è tradotta in una indegna sceneggiata del presidente e del suo vice contro il leader ucraino.
Zelensky è stato sbeffeggiato e umiliato, perfino per il suo abbigliamento giudicato non conforme all’etichetta. Trump: “Lei non è in una buona posizione. Non ha le carte in mano”. Insomma, lei stia zitto; decidiamo noi il da farsi, perché siamo i più forti. Zelensky cerca di controbattere. “Abbiamo visto abbastanza – chiude Trump – e andrà benissimo in televisione”.
Papa Francesco è stato “presente” al rito dell’imposizione delle ceneri, che segna l’inizio della Quaresima, con l’omelia da lui preparata e letta da un cardinale. Francesco sottolinea come il rito delle ceneri sia al tempo stesso memoria di ciò che siamo, ma anche speranza di ciò che saremo. “Dalla polvere siamo stati creati e in polvere ritorneremo... Ce lo insegna soprattutto l’esperienza della fragilità, che sperimentiamo nelle nostre stanchezze, nelle debolezze con cui dobbiamo fare i conti, nelle paure che ci abitano, nei fallimenti che ci bruciano dentro, nella caducità dei nostri sogni, nel constatare come siano effimere le cose che possediamo... Ci accorgiamo di essere fragili quando ci scopriamo esposti alle polveri sottili che inquinano il mondo, la logica della prevaricazione, il ritorno delle vecchie ideologie identitarie che teorizzano l’esclusione degli altri, lo sfruttamento delle risorse della terra, la violenza in tutte le sue forme e la guerra tra i popoli”.
Al suo primo discorso sullo stato dell’Unione Trump ha rilanciato i suoi cavalli di battaglia. “Il Golfo del Messico si chiamerà Golfo d’America... I dipendenti che si opporranno alla nuova Amministrazione saranno licenziati... I dazi renderanno l’America di nuovo ricca... Completeremo la più grande operazione di deportazione di migranti nella storia americana... La Groenlandia è un territorio importantissimo per la sicurezza militare: lo riprenderemo in un modo o nell’altro... Come pure il Canale di Panama... Guideremo l’umanità nello spazio e pianteremo la bandiera americana sul pianeta Marte, e anche oltre... Il nostro Paese è vicino a una rimonta come il mondo non ha mai visto e forse non vedrà mai più”.
Trump si definisce cristiano. Speriamo che si ricordi della grande sentenza biblica: “Ricordati, uomo, che sei polvere, e in polvere tornerai!”.