CANTONALI 2023
Dragun: "Dal segreto bancario in poi, la Svizzera deve difendere la sua identità"
Il candidato dell'UDC ritiene che l'addio al segreto bancario, arrivato nel 2017 a causa di pressioni esterne, abbia causato solo problemi: "La prova che agire per accontentare la volontà altrui erode il benessere

di Frano Dragun*

L’identità è un insieme di tratti fondamentali per ogni popolo. Finchè essa viene rispettata e onorata nelle decisioni che vengono prese da chi è al governo i cittadini possono riconoscersi nel loro paese, viverci e servirlo con orgoglio. Quando invece si decide, per motivi vari, tra cui le pressioni esterne, di agire contro di essa, non si potranno che avere risultati negativi anche in termini di benessere generale. Le difficoltà di Credit Suisse e dell’intero sistema bancario svizzero negli ultimi anni lo dimostrano. 

Il segreto bancario era una misura che invogliava gli investitori stranieri a depositare qui i loro ingenti capitali, con la sicurezza della segretezza. La qualità del nostro sistema bancario permetteva poi loro di investirli e farli fruttare, con conseguente benessere di tutta la piazza finanziaria, che ha conosciuto uno sviluppo importante e ha contribuito allo sviluppo della ricchezza del paese. 

Nel 2017 però, cedendo alle pressioni dell’UE e degli Stati Uniti, il nostro Governo ha deciso di rinunciare a un atout fondamentale. La Svizzera ha detto addio al segreto bancario, accettando lo scambio di informazioni con altre nazioni, e gli anni successivi hanno visto un declino del sistema bancario, con conseguenze su tutta l’economia, sul tessuto economico ed anche sui posti di lavoro. Quanto accaduto a Credit Suisse è solo l’ultimo eclatante episodio, che mette a rischio l’intero comparto finanziario nazionale. 

L’erosione di un punto forte della Svizzera in nome della par condicio con altri paesi è la dimostrazione di come agire per accontentare la volontà altrui eroda il benessere della Svizzera. Purtroppo la lezione non pare essere stata affatto imparata, poiché si persevera, cedendo pezzo dopo pezzo quello che ci caratterizza da sempre: basti pensare all’adesione alle sanzioni contro la Russia: da paese sovrano dobbiamo difendere le nostre qualità, nell’interesse di tutti i cittadini! L’augurio è che il disastro legato a Credit Suisse permetta di riflettere su quanto l’identità sia fondamentale, indirizzando le prossime decisioni in modo più consono alle peculiarità intrinseche della Svizzera, di cui i suoi cittadini vanno giustamente orgogliosi ma che vedono spesso calpestate. 

*candidato numero 45 per l’UDC al Gran Consiglio

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