COMO – La RSI è apprezzata e ritenuta un’alternativa pacata al rumore delle tv italiane. Piacciono le trasmissione caratteristiche, tanto che, dato che fra qualche mese non sarà più possibile vedere i canali svizzeri pubblici attraverso il digitale, verrà creato un canale apposito, formato amarcord.
Oggi La Provincia di Como è tornata sul tema. Come mai in Italia non si vedrà più la RSI, è il tema.
“La decisione di rinunciare, su tutto il territorio svizzero, al digitale terrestre è stata presa proprio dal Consiglio federale, che ne ha la competenza, il 29 agosto dello scorso anno ed è stata comunicata alla Srg Ssr e successivamente inserita nella nuova Concessione d’esercizio. Quindi non è stata una scelta di RSI”, spiega Doris Longoni, responsabile comunicazione dell’offerta RSI.
“Le ragioni sono essenzialmente economiche, ma anche ambientali. In Svizzera soltanto il 2 percento circa degli utenti fa tuttora capo al digitale terrestre, per lo più in residenze secondarie e nelle zone di montagna più discoste. I costi di esercizio di oltre duecento trasmettitori Dvb-T sono diventati oggettivamente ingiustificabili e la riduzione del canone televisivo (dal 2019 il costo annuale è sceso da 451 a 365 franchi svizzeri, ndr) costringe ai investire i proventi nel modo quanto più razionale possibile”. La riduzione del canone, dunque, ha il suo peso. Le questioni ambientali appaiono secondarie, perché quelle duecento antenne emettevano radiazioni nocive.
Infine, Longoni precisa: “voglio comunque precisare che nella decisione del Consiglio federale non c’è alcuna manovra politica anti-italiana, ma soltanto un’attenzione a utilizzare al meglio le risorse finanziarie a disposizione da tutti coloro che pagano il canone in Svizzera”.