MUZZANO – Il clima, nei corridoi di Muzzano, è dimesso. Tutti sono sotto shock: il Corriere del Ticino è stato costretto, vista la crisi dell’editoria, a licenziare sette elementi, a cui seguiranno due o tre pre-pensionamenti.
È sicuramente un giorno triste, come ci racconta un dipendente, che preferisce rimanere anonimo. “Non ci aspettavamo una ristrutturazione di queste dimensioni. Nei corridoio si mormorava da un po’ che ci potesse essere qualche provvedimento molto drastico e difficile da digerire. Nessuno si aspettava queste proporzioni”.
“C’è molta tristezza in tutti noi e grande solidarietà verso i colleghi colpiti. Cosa potrei dire di più?”, racconta.
I collaboratori toccati dal licenziamento non sono già più al lavoro. “Lo shock nostro viene dal fatto che tutto si è svolto in maniera fulminea e imprevedibile. Alcune persone sono state chiamate stamattina e hanno dovuto prendere le proprie cose in quattro e quattr’otto…”. Una modalità che purtroppo ricorda quanto accaduto in RSI, anche se per il nostro interlocutore “rimanere su un posto di lavoro che sai di dover lasciare è comunque difficile”.
Il comunicato della direzione parla di riduzioni dei costi, ma i collaboratori non sanno di che cosa si tratta né ne hanno percepito le conseguenze. “Per noi non è cambiato nulla, non so a che cosa si riferiscono. Sicuramente hanno cercato di non sostituire i partenti. Quel che è molto strano è che negli ultimi tempi sono avvenute alcune assunzioni, tre o quattro persone tra giornalisti e fotografici. Dai tagli sono state colpiti collaboratori di ogni fascia d’età”.
C’è paura, tra chi è rimasto? “Ora i provvedimenti sono stati presi. Noi tutti sappiamo perfettamente che il momento è molto, ma molto difficile, che tutti i giornali sono stati toccati da provvedimenti di questo genere e che noi siamo stati sinora risparmiati. Per cui da lunedì si parte col progetto di rilancio, si cambierà un po’ il tipo di fogliazione del giornale, e vedremo”.