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Cronaca
15.11.2017 - 14:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

90 giorni non bastano più? E io ti faccio assumere da un'agenzia interinale. I trucchi della ditta indagata, che faceva lavorare in Ticino con salari italiani

Il tutto è partito da due fratelli che si sono rivolti a un sindacato, ottenendo un risarcimento. Altri due ex operai hanno fatto lo stesso, ma il loro sindacato ha denunciato il caso di caporalato. Le indagini stanno facendo emergere gli escamotage. E il trasferimento a Grono...

SONDRIO – Una ditta che riscuote un successo maggiore al previsto, in Ticino: infatti, nel 2016 arrivano parecchi lavori in subappalto da parte delle quattro principali ditte ticinesi fornitrici di ferro per armatura. La protagonista è la ditta di Sondrio, con sede a Grono (probabilmente lo spostamento è un escamotage, come molti altri, per rallentare le verifiche sulla LIA: è infatti avvenuto solo a marzo scorso), finita sotto inchiesta qualche giorno fa, con il blitz sui cantieri.

In Ticino piacciono prezzi e il modo di lavorare. Però gli operai italiani possono operare nel nostro Cantone solo per 90 giorni, come distaccati, limiti che diventano stretti per le commesse ottenute. E allora la ditta coinvolge alcune aziende di lavoro interinale, convincendole ad assumere decine di operai italiani della stessa azienda, in modo che essi siano frontalieri col permesso in regola per poter essere impiegati.

Dunque, la stragrande maggioranza delle persone sotto contratto con l’azienda lavora in Ticino, pochi in Italia, ma tutti percepiscono salari italiani. A fare la denuncia sono due fratelli, che hanno probabilmente incassato la metà di quanto avrebbero dovuto percepire lavorando in Ticino.

Sono stati loro a far scoppiare il bubbone, rivolgendosi a un sindacato, e ottenendo un risarcimento. Ma due ex colleghi, in qualche modo, sono venuti a sapere della vicenda, e si sono rivolti a un altro sindacato, il quale si è mosso diversamente: ovvero, segnalando il caso alla Procura come caporalato. Ne conseguono le indagini in corso, di cui ha riferito il procuratore Paolo Bordoli a La Regione.
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