Cronaca
30.01.2018 - 14:280
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
Nell'inferno della caserma di Coira: recluta costretta a correre semi nuda di fronte a tutti, minacce e punizioni collettive
Il SISA torna a denunciare i metodi educativi, ritenuti "nonnismo", durante il servizio militare. La punizione collettiva sarebbe stata decisa per un banale alterco durante una libera uscita, con i superiori che avrebbero detto "domani vi faccio morire". Poi l'umiliazione ai danni della recluta
COIRA – Una punizione umiliante. È quella che sarebbe toccata a una recluta alla seconda settimana di servizio militare a Coira, costretta a correre semi nuda davanti a tutti.
Ne dà notizia il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), da tempo in prima linea contro regole e metodi che contesta, così come contesta il servizio militare in sé. “Nell’ambito del servizio di consulenza ai coscritti offerto dal nostro sindacato siamo venuti a conoscenza di una situazione di abuso di potere all’interno della caserma di Coira ai danni delle reclute alla seconda settimana di addestramento. Abbiamo ritenuto quindi doveroso fornire i dettagli a noi noti alle autorità militari affinché intervengano contro i graduati coinvolti”, si legge in una nota.
“Concretamente oltre ai metodi pseudo-educativi del genere “domani vi faccio morire” con annessa punizione collettiva per un banale alterco individuale durante una libera uscita e minacce alle reclute al fine di mettere tutto a tacere e non reclamare presso gli ufficiali per gli atteggiamenti sconvenienti dei sergenti, ci risulta che una recluta sia stata costretta a correre seminuda in caserma davanti a tutti durante la notte fra mercoledì e giovedì della scorsa settimana. Una tale umiliante “sanzione” non è prevista da alcun regolamento militare ed è dunque illegale!”, racconta il sindacato.
“Non è la prima volta che fatti del genere, caratterizzabili come nonnismo, avvengono durante le scuole reclute. In passato sono stati denunciati casi anche più gravi con feriti, a dimostrazione che il servizio offerto dal SISA è necessario e che l’esercito non sta prestando sufficiente attenzione a questi problemi. Casi simili sono intollerabili e necessitano l’intervento deciso delle autorità preposte, affinché sia aperta un’inchiesta verso i sergenti in questione, evidentemente inadatti al comando, affinché non possano più commettere abusi ai danni dei coscritti e si rompa finalmente il muro di omertà a tutto vantaggio della credibilità delle stesse forze armate e della certezza del diritto”.