CRONACA
L'ultimo addio sui social. La tristezza di fronte a una vita spezzata da un dolore sconosciuto
Il Ticino scosso dal gesto di una persona abbastanza nota, che prima di togliersi la vita ha lasciato un messaggio su Facebook. Un evento che a volte succede, anche se spesso sono falsi allarmi

BELLINZONA – Davanti alla morte, si rimane sempre basiti. Fermi, immobili, senza sapere bene che cosa dire. Soprattutto se a morire è una persona giovane, che ha dato tanto nel suo campo (in questo caso, quello musicale), che è conosciuto da tutti. In particolare, se la morte non è naturale ma è la persona in questione che decide di farla finita.

Di quanti suicidi si sente, ogni giorno? O quanto meno, si sa che ci sono? Ciascuno nella vita rimpiange una persona che ha deciso di farla finita, e non devo certo essere io a parlare di quei malcelati sensi di colpa che rimangono, con la domanda “ma avrei potuto fare di più?”, che, anche se la risposta razionale è che se qualcuno è chiuso nella sua disperazione è difficile,  rimangono sempre in un angolo di cuore.

Pensate a come ci si può sentiresvegliandosi e venendo a sapere che qualcuno che si conosce ha deciso di farla finita, lasciando un addio, poco prima, sui social, lì dove tutti possono vederlo. Un pugno nello stomaco, uno specchio forse della società moderna.

Era tardi, forse nessuno era in linea, nessuno ha creduto che quel messaggio, di per sé non drammatico, fosse il preludio a un gesto terribile. Chissà se lui ha pensato che con quel messaggio qualcuno sarebbe corso a salvarlo, oppure ormai aveva preso la decisione più tragica della sua vita e non desiderava che arrivasse nessuno. Il suo era solo un saluto, nemmeno una giustificazione, perché a certe cose non si possono dare spiegazioni e neppure chiedere scusa.

Una volta, erano i parenti a trovare quei tragici biglietti, scritti prima di decidere di andarsene. Un ultimo, prezioso documento, che poteva aiutare a capire le motivazioni. Questa volta, e non è la prima, lo possono leggere tutti.

È la nuova frontiera, dove il dolore per un lutto si esprime con foto e tag, non più con pensieri silenziosi.

Va detto, quanti falsi allarmi ci sono? Quante volte qualcuno, in un momento di sconforto, scrive che se ne vuole andare? E magari in tanti si preoccupano, poi lui alla fine è riuscito a risollevarsi il morale. Magari non ci ha mai neppure riflettuto e non desiderava farlo, solo un pensiero buttato lì al vento. Forse la preoccupazione lo ha anche fatto stare meglio, in un mondo dove si è spesso più soli. Non si racconta una novità quando si parla di corse a casa di amici che hanno minacciato di togliersi la vita, temendo di trovare il peggio, e poi la persona in questione dorme. Ma il sorriso che le illumina il viso, in quel momento, è il regalo più bello.

Una volta, una ragazza mi disse che desiderava uccidersi. Feci in modo di continuare a farla rimanere al pc, cercando di chattare con lei di stupidaggini, col cuore in tumulto, mentre avvisavo la Polizia. Mi era parsa la cosa migliore da fare. Poi lei, anni dopo, se ne è andata davvero, però è un’altra storia.

Prendere sul serio o no questi messaggi? Difficile dirlo, bisogna conoscere chi scrive e la sua storia. Anche se sovente è facile che chi sta male realmente lo nasconda. Sulla bacheca della persona deceduta, qualcuno incredulo scrive “l’avevo sentito ieri”. E non avevo capito, sottintende. Una dura lezione dell’animo umano, che per quanto si cerchi di essere vicini ai propri cari e ai propri amici, a volte sfugge. Il dolore tante volte non ha amici, anche se essi fanno di tutto per essere presenti.

L’unica cosa che si può fare è, appunto, provare a esserci. Con delicatezza, con affetto, con amore. Il mondo potrebbe diventare un mondo migliore, così.

Anche se ora prevale la tristezza. Per un’altra vita spezzata, per il dramma silenzioso che ha portato a quella scelta, a quell’addio. La sua, come tante altre.

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