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28.09.2018 - 13:540
Aggiornamento: 14:21

Sansonetti di nuovo contro la RSI: "chiedo 1,1 milioni di risarcimento"

Per il servizio andato in onda a Falò sul caso Argo, vuole anche "lo stralcio dal registro professionale di Aldo Sofia e Philippe Blanc"

BELLINZONA – Marco Sansonetti torna a farsi sentire. Dopo la denuncia penale avvenuta in dicembre per il servizio di Falò sulla sua Argo1, adesso chiede i danni per più di un milione oltre allo stralcio dal registro dei giornalisti di chi ha effettuato il racconto che, a suo dire, era falso e lo descriveva come non è.

“Dopo lunga riflessione e nei tempi previsti dalle norme giuridiche, ho deciso di citare per danni la Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana, meglio nota come RSI, e i rispettivi produttori del servizio di Faló, per l’approfondimento sul tema della sicurezza privata in Ticino e il caso “Argo”, che mi ha visto personalmente chiamato in causa, andato in onda il 28 settembre 2017”, si legge in una nota inviata in redazione.

“A tal proposito, ritengo che la mia immagine sia stata seriamente compromessa, ancor prima di essere giudicato da un tribunale. Sono stato descritto come una persona squilibrata, violenta, professionalmente incapace e dedita alla corruzione, mi sono state mosse pesanti accuse, dalle quali non mi sono potuto difendere, poiché ritengo che dovrà essere la giustizia ticinese a dover far luce sull’intero caso e non una trasmissione televisiva, le cui affermazioni non sono vere e tutte da verificare”.

Dunque, “alla luce di questa mia riflessione di fondo, e sicuro della mia buona fede, ho deciso di citare in giudizio l'emittente di servizio pubblico RSI, alla quale chiedo il risarcimento danni per 1,1 milioni di franchi, nonché, in secondaria sede la richiesta di stralcio dal registro professionale dei giornalisti dei due responsabili del servizio in questione, Aldo Sofia e Philippe Blanc in quanto inadempienti alle direttive relative alla Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista”.

Su Argo, ricordiamo, il Mattino si diceva convinto fosse pronto un secondo servizio, che sarebbe stato fermato da Pedrazzini della CORSI per evitare problemi in campagna elettorale al PPD, una tesi completamente smentita dalla RSI, che ha affermato come non vi fosse nulla di pronto perché non erano emersi alti fatti rilevanti.

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