BELLINZONA – Molti candidati stanno usando i social per farsi conoscere, per spiegare ai possibili elettori le loro idee: un mezzo moderno ed economico. Lo sta utilizzando anche Mirko D’Urso, candidato al Parlamento col PS, che in un lungo video parla di frontalieri.
“Negli anni di maggioranza relativa della Lega sono aumentati del 30%: il loro obiettivo non è stato raggiunto, dovrebbero prendersi le loro responsabilità. Le soluzioni che hanno proposto sono difficilmente attuabili, a causa della costituzione o degli accordi bilaterali”.
Ma i frontalieri sono tanti? Dice di sì. Troppi? Forse. La sua soluzione, quella condivisa dal partito, è il salario minimo. “I frontalieri bisognerebbe farli diminuire per privilegiare i residenti. Poi, col salario minimo, si assume la persona”.
Perché per lui il concetto è questo. Si deve assumere chi si ritiene migliore, indipendentemente dal passaporto e dalla residenza. Ma allo stesso prezzo. Non nasconde che al suo MAT “20 persone su 40 vengono dall’Italia, le ho scelte in base alla formazione, al percorso, alla disponibilità sul territorio. Il lavoratore va tutelato, ma per la mansione che svolge. Con dei contratti collettivi e un salario minimo, oltre a dei controlli (non che una persona debba restituire parte del salario…), sarebbe premiata la meritocrazia”.
D’Urso infatti sostiene: “se un frontaliere ha più merito, più formazione, più qualità è iusto assumerlo. Basta al populismo dilagante e a volte becero, dove si cerca di mettere le persone contro. Una politica basata su discriminazione e odio non può portare a molto. Voglio che si faccia una lotta contro grandi aziende con utili eccezionali, ma che per risparmiare 7-8 mila franchi annui assumono un frontaliere e non un residente”.
Poi passa a un altro tema: i programmi occupazionali. Al MAT, racconta, c’è un ragazzo che ne sta svolgendo uno. È in assistenza, fa il tuttofare e studia recitazione alla scuola. Gli vengono dati 300 franchi mensili. Quello che stupisce D’Urso è che “essi ci vengono rimborsati dal cantone. Non ci volevo credere, non va bene. Già che lo pago poco, mi sembra giusto non sia il Cantone a ridarmeli. Il ragazzo li prende in più nel conteggio mensile. Noi ne abbiamo uno, ma penso ad altre aziende che prendono 20, 30, 50 persone con programma occupazionale: hanno a disposizione manodopera totalmente gratuita, se non per piccolissimi contributi! Per me, se vuoi prendere qualcuno e aiutarlo, e non riesci a dargli uno stipendio per 6 mesi o un anno, mi pare giusto che quello che puoi versargli non venga ridato dal cantone. È paradossale!”