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Cronaca
17.04.2019 - 14:260

Borradori: "Il MASI non ci ha mai scritto. Lo spostamento della croce era previsto"

Il sindaco mette la parola fine alle polemiche: "Sarebbe davvero peccato, in una Città aperta come la nostra, se a dar fastidio fosse stato davvero il simbolo della croce. Parlare col MASI? Per ora è prematuro"

LUGANO – Il MASI ufficialmente non si è lamentato col Municipio di Lugano, e lo spostamento della croce ormai denominata della discordia era già previsto da tempo.

Durante la conferenza stampa di presentazione della mostra dell’artista Helidon Xhixha "Lugano: riflessi di luce" è stato inevitabile parlare della polemica che ha investito in particolare la scultura al momento piazzata fuori da Santa Maria degli Angioli.
“Pensavo però che i tempi del Comunismo ce li fossimo lasciati alle spalle, quelli in cui l’arte veniva espulsa”, ha osservato Xhixha, mentre il coordinatore della mostra Braglia ha ringraziato il MASI e il LAC per la pubblicità, con una punta di ironia. Per Badaracco, si tratta di “beghe di paese”. 

A margine della conferenza stampa ne abbiamo parlato col sindaco di Lugano, Marco Borradori. “La mostra, quella attuale, sta riscuotendo molto successo. Mi arrivano dei feedback, delle risposte interessanti, da bambini, adulti, anziani. Incontro gente che fa foto e mi spiega di gradire, mi avvicino magari a chiedere se piace e mi dicono di sì, anche attraverso i social arrivano reazioni davvero interessanti. Per carità, ci sarà qualcuno a cui non piace, ma come tutti. Viene sottolineato l’aspetto specchio, nell’opera vedi te stesso e il paesaggio. Aggiungerei che le sculture sono piazzate in luoghi strategici, suggeriti anche da noi, dunque servono a far conoscere ai turisti angoli un po’ particolari della Città”.

“Paradossalmente la polemica è arrivata quando la croce ormai è pronta per essere spostata. Il tutto avverrà martedì ed era già deciso in precedenza, ho qui le decisioni del Municipio che lo attestano. Più o meno un mese fa avevamo detto che subito dopo Pasqua sarebbe stata messa davanti alla Cattedrale. Ci vorranno un paio di giorni per il trasporto, ma tutto è previsto lì. E ciò che è buffo è che la polemica arrivi ora”, aggiunge.

Si mostra comprensivo verso LAC e MASI. “Capisco che vogliano mantenere un’identità chiara, senza avere confusione, e alla luce del successo del LAC è giustificato. Ma è sempre stato chiarissimo che Xhixha non era un’emanazione del LAC o del MASI, visto che in questi giorni se ne è parlato tanto diventa ancora più chiaro come le due cose siano separati e dunque non dovrebbero esserci problemi. Mi permetto di dire che la cultura come la vogliamo noi deve essere inclusiva: ci piace, anche a me personalmente, avere una cultura che non è unica ma ha diverse forme, che faccia discutere, faccia piacere o no, ponga interrogativi”. 

Alla nostra domanda riguardo alla richiesta del MASI, il sindaco svela che “non ci hanno mai scritto”. Nell’interrogazione di ieri dell’UDC e nella presa di posizione del PPD si mostrava infatti stupore per un Municipio che pareva aver detto sì. Invece… “Ci sono stati dei mormorii, non posso negarli, magari nemmeno dal MASI ma da altre persone che ruotano attorno ad esso. A loro la croce non piaceva, solo quella scultura. Mi sento di dirle che non è arrivata nessuna protesta in Municipio, d’altronde al MASI sapevano che sarebbe stata spostata dunque non avrebbe avuto senso tirar fuori la polemica. Lasciamo i punti di domanda. Tutti parliamo di cultura inclusiva, ma di fatto ci sono ancora delle correnti, delle persone, dei gruppi, che a torto o a ragione fanno sì che la cultura non sia di tutti”.

Quel che ha scatenato la rabbia di molti è che si è presa di mira una scultura che rappresenta un simbolo cristiano per eccellenza. “Mi auguro non sia nato per la croce. Sono cristiano cattolico, non ho, sfortunatamente si potrebbe dire, il dono della fede, ma per me sarebbe davvero peccato se fosse il simbolo della croce a dar fastidio, in una città multiculturale, multilingue, multireligiosa come Lugano, dove abbiamo 140 nazionalità diverse”.

Ma il Municipio, per evitare che si ripetano episodi simili, ha intenzione di parlare col MASI? Per Borradori “è prematuro, dato che come le dicevo non c’è stata nessuna reazione da parte loro. Si sono trovati all’interno della polemica. Il MASI ha tutto il mio rispetto, capisco la necessità e la volontà di mantenere un’identità chiara, semplicemente nel caso concreto mi pare non ci sia un rischio di confusione”.

Paola Bernasconi

 

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