di Natalia Ferrara e Giorgio Fonio *
Scioperare è una cosa seria e non può e non deve diventare il primo mezzo di pressione per ottenere ragione, invece dell’ultima spiaggia in caso di crassi conflitti che non possono essere sanati altrimenti.
Fare escalation non aiuterà il dialogo, né la ricerca di soluzioni, che solo uno scambio sereno – e anche duro, se serve - fra le parti permette. Strumentalizzare le situazioni – soprattutto quelle delicate – conduce ad un’esasperazione del problema, o, forse peggio, ad una banalizzazione. Tant’è vero che anche chi si impegna per la parità, per l’ambiente e il clima in generale, come pure per i migranti, difficilmente comprende l’etichetta “sciopero” utilizzata in queste ore da certuni in quel di Camorino.
Stare dalla parte dei lavoratori e, in generale, dei più deboli e di chi vuole far valere correttamente i propri diritti, significa anche richiamare tutti al dialogo e non cedere, appunto, alla strumentalizzazione, come sta accadendo in queste ore.
La politica, anche quella di accoglienza, richiede pazienza e capacità di compromesso, non benzina sul fuoco, a maggior ragione in questi giorni caldi, e non solo per la canicola.
Simili atteggiamenti, in un Cantone sensibile a questo e ad altri temi, non aiuterà a risolvere i problemi e le sofferenze vere dei cittadini, migranti compresi.
* deputati in Gran Consiglio