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Cronaca
23.09.2019 - 15:260

Bye bye Ticino. Il 47% dei giovani ticinesi prevede di potersi trasferire a lavorare in un altro Cantone

Fra gli svizzeri sono molto frequenti i soggiorni all'estero o in un'altra regione linguistica per studio e apprendimento di lingue, ma poco per ragioni professionali. Il nostro Cantone fa eccezione

BELLINZONA - Quasi la metà dei giovani ticinesi prevede di andare a vivere in un altro cantone nei cinque anni a venire, una percentuale doppia rispetto ai loro coetanei di altre regioni linguistiche. I ragazzi italofoni inoltre si spostano più sovente per un lavoro o uno stage remunerato, stando all’analisi della mobilità dei giovani effettuata nell’ambito delle Inchieste federali fra la gioventù (Inchieste ch-x).

Lo studio - al quale hanno partecipato 40’000 giovani reclutati per il servizio militare e 2’000 ragazze - ha sondato le esperienze e le intenzioni riguardo agli spostamenti a scopo educativo, professionale o culturale in un’altra regione linguistica svizzera o un altro paese. I giovani svizzeri, concludono i ricercatori, dimostrano una grande propensione alla mobilità temporanea e al contempo un attaccamento alla loro regione.

Oltre la metà dei giovani ritiene che la padronanza delle lingue e l’aver fatto esperienze lontani da casa rappresentino un vantaggio nel mondo del lavoro. Il 25% degli intervistati ha già effettuato un soggiorno da una a tre settimane in un’altra regione linguistica o all’estero, il 14% un viaggio di durata superiore e quasi un terzo (30%) ha intenzione di partire nei tre anni successivi all’inchiesta.

Si tratta nella maggior parte dei casi di soggiorni linguistici e fra i ticinesi la destinazione più in voga è la Germania (43% contro 18% Gran Bretagna, 10% Italia e 9% Francia). 

I ragazzi italofoni inoltre partono più spesso dei loro coetanei per trovare un lavoro o uno stage remunerato.

Per quanto riguarda un eventuale cambiamento di domicilio per ragioni professionali, la maggioranza considera improbabile un trasloco all’estero, e ancora meno in un’altra regione linguistica svizzera. I ticinesi rappresentano un’eccezione: ben il 47% ritiene prevedibile di doversi stabilire in un altro cantone. In generale - affermano gli autori dello studio - i ragazzi italofoni sono più disposti a trasferirsi in un’altra regione linguistica, sia per un lavoro migliore o per ragioni affettive. "Le dimensioni della regione, la diversità del mercato del lavoro, il numero di istituti di istruzione superiore sono più limitati in Ticino e sono fattori che spiegano questa tendenza".

Più in generale, fra i fattori che influenzano la propensione alla mobilità dei ragazzi i ricercatori citano in particolare la situazione socioeconomica. Una buona situazione economica e genitori con un livello di formazione terziaria o che hanno studiato o lavorato all’estero favoriscono gli spostamenti. Se i soggiorni lontani da casa sono un atout sul mercato del lavoro, "queste differenze rivelano una tendenza alla riproduzione delle diseguaglianze sociali", precisa l’inchiesta.

Inoltre la propensione alla mobilità aumenta con il livello di formazione: i ragazzi con un apprendistato sono meno disposti a spostarsi, mentre chi ha una maturità o un livello terziario è più mobile.

A livello politico i ricercatori auspicano programmi di accessibilità alla mobilità temporanea che invoglino i giovani ad intraprendere esperienze lontani da casa con il doppio scopo di favorire la comprensione e la coesione nazionale e facilitare l’acquisizione di competenze e di maggiore autonomia. 

Gli autori dello studio suggeriscono quindi una generalizzazione dei soggiorni di corta durata per chi segue una formazioni di livello secondario II (apprendistato, scuole professionali, licei ecc.) in modo da coinvolgere il maggior numero di giovani di ambo i sessi, indipendentemente dalla loro nazionalità o dalla situazione economica.

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