KAZAKISTAN - Non solo Sputnik, c'è anche un altro vaccino nell'area dell'ex URSS. A quanto pare il Kazakistan è vicino all'omologazione del suo QazCOVID-in, prodotto dall’Istituto di ricerca per i problemi di sicurezza biologica (NISKhl).
La sua storia è alquanto bizzarra. Ai tempi dell'ex Unione Sovietica era un centro di ricerca sulle armi batterologiche dove si sviluppavano agenti nocivi. D'altro canto si era in piena guerra fredda. Nel laboratorio si lavorò su malattia che colpivano animali e piante, quali il virus della peste bovina, il virus della malattia di Newcastle, il virus della peste suina africana, il virus del vaiolo delle pecore, il virus del vaiolo delle capre, il virus del vaiolo degli uccelli, la febbre catarrale delle pecore, la malattia di Aujeszky e i funghi della ruggine dei cereali.
Con la caduta dell'URSS, l'istituto divenne pienamente kazako, nazione che decise di ridargli vita in ambiti pacifici e non bellici.
E ora avrebbe sviluppato un vaccino contro il Covid. Nell'area russa in pochi desiderano farsi vaccinare, parebbe. Secondo le ultime ricerche, invece, in Svizzera, circa il 56% della popolazione desidererebbe farlo. Ma ci sono pochi vaccini. Chissà quale sarà il futuro, eventuale, di QazCOVID-in e se esso potrà entrare nel circuito europeo.