BELLINZONA - Un episodio brutto, difficile da accettare. In un parcheggio di un centro commerciale, un uomo ha insultato e spintonato una donna di colore perchè non riusciva a prendere il carrello in modo rapido, lui ha assistito e non è riuscito a reagire se non dopo che la malcapitata si era già allontanata.
Tanta rabbia, tanta amarezza, per ciò che è accaduto e per non aver saputo intervenire. Sono i sentimenti che racconta in un post social Maxi B, celebre conduttore radiofonico e dj, tanto da dire che in questo cantone non si riconosce più.
Ecco il suo post, riportato integralmente:
"Sono nel parcheggio di un centro commerciale diretto all’entrata. Mi metto in fila per il carrello. Davanti a me un uomo alto, pelato, sulla 40ina. Spazientito si lamenta. Non capisco cosa dice ma nulla di buono.
Ancora più avanti una signora. 60 anni circa. Di colore. Armeggia con il franchetto da inserire nel carrello ma non riesce ad inserirlo. Prova e riprova ma nulla. Il carrello non si sblocca. Si scusa. Riprova. Ma non va.
L’uomo pelato alza le spalle e la voce, e spinge la signora con prepotenza. Lei rischia di cadere ma regge l’urto. Spaventata tenta di ribellarsi.
“Ma cosa fa?!”
“3 ore per un carrello! Si dia una svegliata!”, ribatte secco il pelato.
“Mi scusi ma non va il franchetto…”
Non fa in tempo a finire la frase che l’uomo la interrompe: “Sarà falso! Se non sa nemmeno prendere un carrello perché non si leva dalle palle negra di m--a!”
Vi giuro, mi sono paralizzato. La donna anche. In vita mia non ho mai visto un volto impietrirsi così. Ho visto i suoi occhi diventare vuoti. Persi.
Sempre paralizzato ho lasciato che si dileguasse.
L’uomo continua ad imprecare: “Ecco brava levati dalle p---e!”
Solo a quel punto mi sblocco: “Ma si rende conto di quello che ha detto?”
Lui mi manda a quel paese e sparisce. Senza prendere il carrello.
Perché non ho reagito prima?! Perché non l’ho fermato e sistemato come meritava?
Io non sono un eroe, non sono un paladino della giustizia, ma non sono un fifone. Non sono uno che ha paura di farsi rispettare o di difendere chi ha bisogno. E allora perché?
Ero shoccato!
Mentre scrivo ho le mani che tremano. Mi maledico per non aver reagito prontamente, per non aver difeso quella persona in difficoltà. Un’altra donna maltrattata. Un altro essere umano giudicato per il colore della sua pelle.
Ma è questo il posto in cui viviamo oggi? Lo chiedo perché non ero l’unico presente eppure nessuno ha parlato. Non un fiato.
Mi dispiace. Mi sento vuoto. Vorrei solo tornare indietro e poter reagire in modo diverso.
Ma questo cantone non lo riconosco più. E anche io oggi, non mi riconosco più.