LUGANO – Motivato, ambizioso e anche un po' sorpreso. Sergio Ermotti si racconta ai microfoni della RSI a poco più di un mese di distanza dall'annuncio dell'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. Alla guida della banca è stato richiamato il ticinese Sergio Ermotti, già numero uno dal 2011 al 2020.
"Sono onorato - racconta alla RSI -. È un buon mix tra la cosa giusta e in un momento importante per la Svizzera". Sul deflusso di capitali: "Sono calati in maniera significativa dopo l'annuncio. Ci fa piacere perché vuol dire che i clienti hanno fiducia sulla solidità dell'operazione. Possiamo guardare al futuro con ottimismo".
Che tipo di banca sarà? È reale la possibilità di scorporare l'unità svizzera di Credit Suisse? "Dobbiamo valutare tutte le opzioni. E devono essere opzioni che andranno a bilanciare gli interessi di azionisti, clienti e dipendenti. E dovranno essere basate su fatti e non su emozioni o percezioni. Dobbiamo educare tutti su questo: opinione pubblici, politici, clienti e dipendenti".
Ermotti parla anche dei possibili tagli del personale in Svizzera. "È - commenta - sicuramente l'aspetto più difficile della transazione. Una transazione complessa, ma non rischiosa. La cosa più importante è che dal primo giorno le banche continuano a operare. E il focus dei nostri collaboratori, delle due banche unite, è di stare vicino a clienti e di servire i clienti. Solo così si preservano le opzionalità potenziali per il futuro".