BERNA - Sergio Ermotti tornerà nei prossimi giorni al timone di UBS, di cui era già stato CEO dal 2011 al 2020. La prima questione scottante sulla sua scrivania è quella legata al futuro di Credit Suisse, salvata in etremis proprio da UBS: cosa ne sarà, in particolare, dei posti di lavoro?
Oggi emerge che il ticinese aveva cercato in due occasioni di acquistare Credit Suisse, ma che aveva sempre avuto risposta negativa, motivata proprio dalla preoccupazione per i dipendenti.
Ermotti aveva anche dato un nome all'operazione: "Signal", dalla vicina funivia Signalbahn, incentrato proprio sulla fusione. Ma la montagna, metaforicamente parlando, non era stata scalata. Il primo tentativo risale al 2016. Tidjane Thiam, che guidava allora Credit Suisse, si era detto scarsamente interessato.
Dopo la sua partenza UBS ci aveva provato. Questa volta la trattativa era proseguita, però Credit Suisse riteneva troppo gravi i problemi posti sul mercato svizzero dalla normativa sui cartelli e dunque non se ne è fatto nulla.
A svelarlo è il mensile Bilanz.
Dati i timori passati, nel corso dell'operazione dello scorso 19 marzo si è cercato di non coinvolgere la Commissione federale della concorrenza, che può essere scavalcata dalla FINMA.