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07.08.2018 - 15:510
Aggiornamento: 08.08.2018 - 11:31

"Fare i frontalieri al contrario è una possibilità per vivere con maggior dignità"

Giovanni Albertini, presidente di Ticino&Lavoro, si scaglia contro la politica: "un mondo di squali che non fanno l'interesse dei ticinesi"

LUGANO – “Sto valutando e prendendo seriamente la questione di fare il frontaliere al contrario: continuando a lavorare in Ticino, andando a vivere in Italia! Affitti, carovita, cassa malati i in continuo aumento, assicurazioni, imposte che aumentano al ceto medio sgravando il ceto alto, l’impossibilità di acquistare un’abitazione perché costa in modo assurdo e risparmiare è sempre più difficile mi portano a valutare questa alternativa!”. Dicevamo qualche giorno fa che i ticinesi che si trasferiscono in Italia sono sempre di più, pur lavorando qui: ma questo post lo ha scritto Giovanni Albertini, consigliere comunale a Lugano del PPD e conosciuto per essere l’anima di Ticino&Lavoro. Insomma, fa pensare.

Lo abbiamo contattato e abbiamo trovato una persona delusa dal mercato del lavoro e dalla politica.

Cosa sta succedendo al presidente di Ticino&Lavoro?
“Sono confrontato con tanti messaggi di persone in difficoltà, soprattutto famiglie. Ho amici che sono andati oltre frontiera a vivere perché sono riusciti, lì, a prendere una casa di proprietà, cosa che qui è impossibile. Pensiamo ai prezzi di Lugano, per esempio. Chi riesce a risparmiare i soldi per ipoteca e garanzie, quando hai un affitto alto da pagare, la cassa malati, il carovita, lo stipendio che non si adegua da ormai 20 anni, troppe spese fisse? Non puoi metter da parte soldi per un futuro e per costruire una famiglia”.

Sta tenendo in considerazione anche lei questa scelta?
“La rispetto, punto primo. D’altra parte penso sia veramente un’opportunità per quei ticinesi che sono in difficoltà. È un’alternativa per sopravvivere con maggior dignità. Personalmente sto dando un’occhiata ai prezzi, mi sto informando a 360° per capire perché tanti ticinesi lo fanno, sempre più persone la prendono in considerazione. Se qui una casa di proprietà per me è tabù e difficilmente potrò averla, perché non farlo altrove, dove mi viene data la possibilità?”.

Fa effetto sentirlo dire da una delle persone che maggiormente si è impegnata nel mondo del lavoro. È una sconfitta?
“Mi sto impegnando per dare la possibilità ai disoccupati di rientrare nel mondo del lavoro. Gli stipendi sono già bassi, il dumping c’è, eccome, chi paga un affitto senza agevolazione risparmia davvero poco. Posso capire i ticinesi che lavorano qui e abitano in Italia, non significa che si va in Italia e si abbandona tutto, si prende solo un’opportunità. Vedo ogni giorno appelli di famiglie che mi dicono che sono in difficoltà. A causa di una disattenzione a livello politico, di uno snobbismo, stiamo arrivando a una situazione che peggiora sempre più. Certo, è una sconfitta, i politici si devono chinare su ciò, pensando di sgravare le famiglie e i single, che non sono solo tartassati, di più! Stanno piegando il ceto medio, che sta sparendo”.

Pensa che ci sarà una nuova categoria, quella dei frontalieri al contrario?
“Sì, sarà una realtà. Lo è già, prenderà sempre più piede in futuro. In dieci anni per me aumenteranno a dismisura, chi avrà la possibilità andrà oltre confine per avere la sua casa di proprietà, avere lo stipendio ticinese e non dover sostenere spese esorbitanti, penso anche agli asili nido per chi ha figli: lo faranno le famiglie in cui servono due stipendi, chi ha tirato troppo la corda. In Ticino non abbassano gli affitti, anzi. Attendo una bolla immobiliare per capire se finalmente scenderanno…”.

Crede ancora nel progetto Ticino&Lavoro?
“Sta crescendo sempre più, è stato un progetto senza scopo di lucro con molte ore di tempo libero investito che sta portando a grandi risultati. Sì, credo in associazioni così ma non nella politica, che è fatta da chi non vede le difficoltà del ticinese medio, non conosce i veri problemi, non vuole vederli e non vuole migliorare nulla”.

Ha senso dunque, per lei, rimanere in politica?
“A livello cantonale non mi candiderò, sono concentrato su Lugano, per rispetto a chi mi ha eletto. Sto provando a portare progetti e progettualità per eventi, dato che son sempre gli stessi che sono portati avanti, mentre non c’è nulla di innovativo. Cerco di difendere i ticinesi, creando Ticino&Lavoro, fatti e non parole. Ma da solo mi sento un pesce in un mare di squali, persone con potere, soldi, che non vogliono cambiare la situazione e non fanno l’interesse del ticinese medio o basso. Il tessuto politico è questo, vedo una lotta tra partiti e uno snobbismo verso chi è in difficoltà, ho visto ben poco di concreto, anzi hanno sgravato i datori di lavoro milionari a livello fiscale mentre il ceto medio è ancora allo stesso livello, nonostante le maggiori entrate che renderebbe possibile sgravarlo”.

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