BALERNA – Una società di Balerna cerca un impegato/a. Si tratta di un’azienda attiva (si definisce “leader”) nel campo delle telecomunicazioni e le funzioni sarebbero la “corrispondenza con i fornitori in lingua inglese”, la “gestione delle ordinazioni e dei movimenti delle forniture”, lo “sviluppo dei listini prezzi e relative analisi di Excel” e lo “sviluppo di nuovi link e manutenzioni architettonica del sito”.
Sarà presente una formazione interna. Dunque, un ruolo appetibile. Cosa si richiede? “Ottima conoscenza del pacchetto Excel”, “della lingua inglese”, “esperienza maturata di almeno 5 anni” e “manutenzione siti Internet aziendale”.
Ma il problema arriva quando si passa ai titoli preferenziali. Oltre ai diplomi e alla conoscenze di altre lingue, c’è “residenza di fascia di frontiera conformemente al permesso di lavoro svizzero ‘G’”. Dunque, l’azienda di Balerna cerca prevalentemente frontalieri!
E probabilmente troverà il candidato ideale, dato che per molti posti di lavoro spesso si presentano molti lavoratori di oltre confine. Per cui, la possibilità per i residenti di ottenere quel ruolo sono molto scarse.
Un annuncio che, dal Corriere del Ticino, sta facendo il giro del web, indignando, per l’ennesima volta (ma a Berna avevano ritenuto il problema “annunci per frontalieri” non rilevante”), utenti e politici. Da Lorenzo Quadri a Marco Chiesa, i commenti sono furibondi.
“Nuovo annuncio di lavoro per la ricerca di un impiegato (!) frontaliere. Sarebbero queste le figure professionali che non si trovano in Ticino? Com'era già la storiella che la sostituzione dei ticinesi con frontalieri non esiste, sono tutte balle della Lega populista e razzista?”, si chiede il leghista, mentre il democentrista scrive: “e poi ci sono quelli che nei dibattiti mi dicono che hanno una certa comprensione per il Canton Ticino e per la situazione dei nostri lavoratori residenti. Che ipocrisia! Comprensione un bel nagott! Al posto di continuare a ingannare la gente con le misure d’accompagnamento, si abbia il coraggio di affrontare la causa di questo scempio: la libera circolazione delle persone. Ripristinare la preferenza indigena e tornare a gestire la nostra immigrazione. in casa nostra decidiamo noi chi accogliere e chi lasciare fuori dalla porta. Altrimenti andrà sempre peggio”.