POLITICA
La Posta al Governo, «intendiamo evitare licenziamenti»
Si è svolto questa mattina un incontro a Palazzo delle Orsoline. Il Consiglio di Stato ha espresso preoccupazione, e ha sottolineato l'attaccamento dei ticinesi alle Ex Regie
BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha incontrato oggi a Palazzo delle Orsoline una delegazione della direzione della Posta svizzera. La riunione ha consentito di discutere una serie di temi di particolare attualità, legati al futuro dei servizi postali in Ticino e ai rapporti dell’azienda con il nostro Cantone. Il Consiglio di Stato ha anzitutto espresso preoccupazione per le trasformazioni e le chiusure di uffici postali annunciate dalla Posta svizzera, che nelle scorse settimane hanno colto di sorpresa le autorità cantonali. È stata ribadita l’importanza di considerare, al di là delle logiche aziendali, anche l’attaccamento della popolazione per le ex regie federali, che sono tuttora considerate – in particolare in Ticino – un elemento fondamentale del sistema federalista e dell’identità elvetica. La strategia valida fino alla fine del 2020 della Posta svizzera – che in Canton Ticino impiega oggi 1437 persone – è poi stata illustrata al Governo da una delegazione composta da Thomas Baur (responsabile nazionale della rete postale e vendita), Franz Huber (responsabile del progetto «Rete postale 2020»), Alex Malinverno (responsabile della zona di vendita Ticino e Moesano) e Matthias Dietrich (responsabile Affari pubblici e internazionali). Sui 113 uffici postali esistenti oggi nel Cantone, per 32 località è già previsto l’avvio della procedura di dialogo con le autorità locali, che la legge prescrive in caso di trasformazione. È stato sottolineato che l’azienda intende evitare licenziamenti. Il Consiglio di Stato ha preso atto dei contenuti della strategia, sulla quale fornirà una presa di posizione approfondita entro la metà di febbraio; è stato ad ogni modo posto l’accento sull’esigenza di mantenere un atteggiamento prudente nel pianificare i tempi per la trasformazione del servizio e – in ogni caso – di assicurare prestazioni adeguate nelle regioni periferiche.
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