Politica
02.02.2018 - 11:090
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
I sette agenti e non otto, il periodo di prova che non esisteva, i dietrofront sulla risoluzione governativa: caso Argo, ma quanti dubbi e quanti perché? Bertoli, "Magistratura, indaga"
Continuano le rivelazioni sul rapporto di Marco Bertoli, questa volta da liberatv.ch. Blotti e Scheurer sapevano benissimo che serviva una risoluzione governativa, dato che avevano proceduto per Rainbow, ma il primo lo negò e il secondo ritrattò. Il perito chiede ulteriori indagini per rispondere al quesito base
BELLINZONA – Le motivazioni con le quali si è giustificata l’attribuzione del mandato diretto per la sorveglianza dei centri per rifugiati all’agenzia di Marco Sansonetti e la rottura del rapporto tra la Divisione dell’azione sociale e la precedente agenzia, la Rainbow, la verifica della consapevolezza da parte dei funzionari della Divisione che quel mandato non fosse regolare, mancando una risoluzione governativa e i controlli sull’attività della Argo1 legati al rispetto dell’accordo con il Cantone e il pagamento delle fatture da parte del Dipartimento finanze: ecco i “capitoli” dell’intricata vicenda Argo 1 su cui ha indagato il perito Marco Bertoli.
Come riportato ieri dal Corriere del Ticino, né la presunta inadeguatezza di Rainbow (che in realtà non sussisteva ma è stata ivnentata a posteriori, sostiene il perito, per giustificare il cambio di agenzia quando ormai lo scandalo era scoppiato), né l’urgenza né le motivazioni economiche bastano a spiegare il perché della scelta di attribuire il mandato alla Argo 1. Dunque, perché? “Si può affermare che nessuno dei motivi invocati a sostegno della repentina attribuzione del mandato ad Argo1 trova riscontro nelle carte d’inchiesta. Per compiutamente rispondere al quesito di fondo, a sapere per quale motivo si sia giunti a tale conferimento, rispettivamente perché lo sia voluto giustificare con strumentali argomenti, necessiterebbero approfondite indagini e la raccolta di prove attraverso strumenti giudiziari che appartengono alla Magistratura”, scrive Bertoli, in alcuni stralci che liberatv.ch ha anticipato.
Sinora, tra l’altro, si è sempre parlato di un periodo di prova per la Argo, ma in realtà esso non c’è stato: “il contratto firmato il 16 settembre 2014 non è stato una prova: si tratta di un contratto a tempo determinato scadente il 31 dicembre 2014, con facoltà di rinnovo da operarsi entro il mese successivo. Semmai di prova si può parlare per il periodo intercorso tra l’inizio dell’attività (stabilito al 27 luglio 2014, e iniziato effettivamente il 29) e la sottoscrizione del contratto del 16 settembre”. Con Argo che non era in regola: non si sa se a settembre tutte le carenze erano state sanate.
Di certo, “ il 16 settembre, figuravano abilitati solo 7 agenti” – sul minimo di 8 previsti dall’accordo -, “ma proprio in quella data altri due inoltravano l’istanza. Forse è questo il motivo della sottoscrizione del contratto temporaneo: si supponeva bastasse l’inoltro dell’istanza. A fine anno figurano abilitati agenti sufficienti”. Nel frattempo, l’allora amministratore era stato condannato per alcune violazioni, dunque ci si chiede l’opportunità di assegnare il mandato.
Al di là di ciò, una grande domanda era se i funzionari e Paolo Beltaminelli fossero a conoscenza che mancasse una risoluzione governativa. Blotti disse di no, anche alla Sottocomissione, mentre Scheurer in quella sede ammise di sì, salvo poi ritrattare qualche giorno dopo. “Come poi ammesso davanti al procuratore generale, Scheurer si era molto ben espresso innanzi alla Sottocommissione, senza equivoco alcuno e ripetutamente, per cui andrebbe piuttosto verificato perché due giorni dopo l’audizione di Beltraminelli (del 6 giugno 2017), Scheurer discuta con Bernasconi, l’8 o il 9 giugno, e confezioni la mail di ritrattazione il lunedì 12 successivo”, dice Bertoli: fu probabilmente Paolo Beltraminelli a farglo cambiare idea, visto che Renato Bernasconi disse che “ricordo che Beltraminelli mi aveva chiamato dopo la sua audizione facendomi presente questa differenza di affermazioni tra Scheurer e Blotti dicendomi che magari è stato un pasticcio di Scheurer”.
I due, Blotti e Scheurer, sapevano sicuramente che serviva una risoluzione governativa, a fronte della loro esperienza, e visto il fatto che avevano fatto regolare procedura per la Rainbow: dunque, perché per Argo no?