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31.07.2018 - 19:590

"Così mette in dubbio la capacità del Municipio nella sua interezza..."

Marco Borradori risponde piccato sull'imparzialità della scelta del sostituto di Sganzini. Badaracco: "sarebbe stato meglio evitare polemiche"

LUGANO – Le parole di Lorenzo Quadri in merito al successore di Lorenzo Sganzini quale capo cultura della città di Lugano hanno fatto rumore. “Gli aspiranti in arrivo dalla Pravda di Comano fanno il favore di rimanerci. Di esponenti della gauche-caviar nella pubblica amministrazione ce ne sono già più che a sufficienza”, ha postato.
In effetti, è confermato che fra le 18 candidature giunte alla Città, alcune sono di dipendenti RSI.

Emittente che non poteva non occuparsi del caso. “Al di là dei giudizi di valore ("Pravda", "gauche-caviar", "funzionari lottizzati" che ricordano quelli della campagna No Billag), il tenore pare quello di un "Berufsverbot" e la nuova estensione esclusiva del primanostrismo non può che suscitare qualche perplessità se scritto da un membro dell’Esecutivo cittadino nonché rappresentante del popolo in Consiglio nazionale. Come spiegare un giudizio che pare più di una semplice opinione personale? L'esperienza in un'azienda che si occupa a livello locale, nazionale e internazionale di cultura e società non può essere utile alla città di Lugano? Cosa ne pensano i colleghi di Municipio di questa posizione? Sono solo alcune delle domande che sorgono”, si leggeva in un articolo pubblicato nel pomeriggio.

E il sindaco Borradori al Quotidiano ha spiegato che imporre a un membro di non dire la sua sarebbe mostrarsi deboli. Nessuna censura per il compagno di partito, che giustifica la sua affermazione dicendo di puntare sulla competenza di saper reperire fondi privati e dicendo di non stare discriminando: “non si dovrebbe assistere al passaggio da un ente parapubblico a un altro”.

“Il Municipio ha indicato i requisiti. Sono requisiti di valore, di competenza e di capacità. E non c’è quello di non far parte della RSI", ha detto Marco Borradori.

Roberto Badaracco ha precisato come già avere i requisiti per essere presi in considerazione significherà essere profili di alto livello. “Sarebbe stato meglio evitare polemiche”, si è rammaricato. “Si rischia di strumentalizzare, che il tutto possa non svolgersi nel clima di calma necessario”.

Marco Borradori, di solito sempre protagonista di grande aplomb, un po’ si arrabbia quando il giornalista gli chiede come garantire che simpatie e antipatie non prevarichino il lavoro di chi esaminerà le candidature. “La domanda contiene elementi che sono al limite dell’offensivo, se mi permette. Mette in dubbio la capacità di un Municipio nella sua interezza di fare delle valutazioni serene e oggettivo, come mi sento dire abbiamo sempre fatto”.

E il servizio termina dicendo che tutto andrà confermato nei prossimi mesi, nella scelta.

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