BELLINZONA – E tanto tuonò che… non piovve. Quanto meno, sul caso del forfait dell’ex Cancelliere Giampiero Gianella portato a 6'000 franchi annui anziché 5'000. Il nuovo capitolo dell’infinito caso rimborsopoli, che tra poche ore approderà nell’aula del Gran Consiglio, aveva fatto sì che la Gestione, dopo un’ennesima segnalazione di Pronzini, avesse scritto a Procura e Consiglio di Stato.
Come mai, appunto, Gianella riceveva 1'000 franchi in più all’anno, senza che nessuno lo sapesse, almeno apparentemente?
Nei giorni scorsi, però, esattamente venerdì, una prima marcia indietro: nella risposta a un’interrogazione di Raoul Ghisletta si era venuti a sapere che sin dall’ottobre del 1999 il Parlamento era consapevole che il Cancelliere incassasse 6'000 franchi.
Oggi, poi, un nuovo colpo di scena. Esiste una nota promemoria, redatta dallo stesso Gianella, che adeguava il forfait a 6'000 franchi e decideva “le modalità di versamento mensile delle indennità per spese di rappresentanza e per la copertura delle spese per telefono cellulare". Datata 26 maggio 1999.
Come mai spunta solo ora? Il Governo si scusa con la Gestione, “ci spiace di averla trovata solo ora, ma non ve n'era traccia nel dossier presente nell'ufficio del Cancelliere, né tantomeno essa era stata menzionata nello scambio di corrispondenza avuto nel 2005 con il Controllo cantonale delle finanze".
Un dubbio però resta: come mai Gianella scrisse all’Ufficio stipendi del Cantone indicando il suo forfait in 6’000 franchi il 20 maggio, mentre la nota risale al 26 maggio? Il caso, comunque, appare ridimensionato.