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20.11.2019 - 12:000

Ghisletta chiede il 30% di donne, Quadri: "Discriminate gli uomini. E volete solo donne socialiste"

Ormai fra i due è guerra aperta, dopo l'Imam la mozione per la parità. "Si nomina in base alla meritocrazia, non ai cromosomi. Ma non sanno nemmeno cos'è"

LUGANO – Ghisletta-Quadri, ormai è guerra aperta. Se i due non se le erano mandate a dire in merito alla pubblicazione del Mattino di un rapporto in cui il socialista raccomandava la n naturalizzazione dell’Imam di Viganello, ora il leghista lo bombarda dopo una mozione sulla parità di genere.

Ghisletta nella giornata di ieri ha inviato la seguente proposta al Municipio Luganese: “Chiediamo l’adozione di un regolamento a favore della parità di genere che contenga i seguenti punti:

1) il Consiglio comunale monitora la questione della parità di genere nella pubblica amministrazione locale e si esprime annualmente sugli obiettivi annuali stabiliti nell’amministrazione comunale e nelle altre organizzazioni: a tale scopo il legislativo dispone annualmente dei dati, di un rapporto di un gruppo d’accompagnamento di esperti e della presa di posizione politica del Municipio, dati e documenti che vengono resi pubblici nel rispetto della legge sulla protezione dei dati;

2) nella pubblica amministrazione locale deve essere assicurata una presenza di almeno il 30% per il genere svantaggiato, da raggiungersi progressivamente al momento del rinnovo dei mandati e in occasione dei nuovi concorsi:

- a livello di funzionari dirigenti dell’amministrazione comunale
- nelle commissioni nominate dal Municipio
- nei consigli d’amministrazione e tra i dirigenti/quadri degli enti comunali
- nei consigli d’amministrazione e tra i dirigenti/quadri di società ad importante partecipazione comunale
- nei consigli d’amministrazione e tra i dirigenti/quadri di enti sussidiati in modo importante dalla Città”.

Le motivazioni? “Le donne presenti in Consigli d’amministrazione (CdA) e di direzione di SA ed enti luganesi sono poche, a parte l’Ente LIS:

- Ente LAC: 0 donne su 8 nel CdA
- AIL SA: 1 donna su 7 nel CdA, 0 donne su 9 tra i membri di direzione
- TPL SA: 1 donna su 9 nel CdA, 0 donne su tra i membri di direzione
- Ente LIS: 3 donne su 7 nel CdA.

Nell’amministrazione comunale le donne tra i funzionari dirigenti sono poche e la situazione è stagnante: i dati (non pubblicati nei rendiconti comunali) sono stati forniti dal Municipio nella risposta all’interrogazione 1069 “Per la trasparenza dei dati sulla parità dei sessi a Lugano”. Le funzionarie dirigenti (senza scuola e istituti sociali comunali) erano il 10% nel 2010 (5 su 51) e sono il 16% nel 2019 (11 su 70).  Negli Istituti sociali comunali (futuro ente autonomo LIS) nessuna donna è mai stata funzionario dirigente nel periodo 2010-19, malgrado le donne rappresentino il 75% dei dipendenti. Nelle prime tre classi salariali inferiori le donne rappresentano circa il 90-95% dei dipendenti (senza docenti e polizia). Le donne sono assenti nelle 4 classi salariali superiori”.

E Quadri ha replicato al vetriolo. “PS = Partito Sessista? "Scandalose" sono semmai certe interpellanze, oltre a contenere informazioni sbagliate (le capostrutture delle case anziani non sarebbero delle dirigenti?). Ma dato il primo firmatario non ci si poteva attendere molto altro”, ha attaccato.

“Naturalmente i compagni si "dimenticano" anche di dire, tanto per fare un esempio, che nelle scuole luganesi di donne non ci sono solo le maestre e le inservienti, ma che negli ultimi anni sono state nominate due direttrici di zona (su cinque), quindi il rapporto è di tre a due. La presidente dell'ARP è donna e la direttrice della Divisione sostegno è donna. Al di là di queste considerazioni, venire a dire che nell'ammnistrazione pubblica bisogna nominare in base al genere è improponibile. Si nomina in base alle competenze ed alle capacità, perché il cittadino-contribuente, che paga le tasse, si merita dei e delle dirigenti pubblici efficienti e non nominati/e in base al cromosoma X o Y. Ma sappiamo che la meritocrazia a sinistra è vista come il fumo negli occhi e questo ne è l'ennesimo esempio superfluo”, prosegue.

Per poi affondare: “Oltretutto il PS sta promuovendo la discriminazione degli uomini. Sarà contento Ghisletta quando nel suo sindacato e nel suo partito gli diranno che deve o sloggiare o cambiare sesso. Del resto in casa PSS alle ultime elezioni federali vari rappresentanti validi sono stati lasciati a casa perché uomini. Ma evidentemente a Sinistra le pari opportunità valgono a senso unico: come la morale, come il rispetto, come la legalità, eccetera. Oltretutto, i compagni non credano che la gente sia scema: anche il Gigi di Viganello - che non è l'imam del medesimo quartiere ben noto al presidente sezionale PS - si è accorto che alla Sinistra non vanno bene tutte le donne, ma solo le donne socialiste. Le donne di "destra" invece non sono ritenute meritevoli né di venire promosse e nemmeno di venire rispettate, ed anzi sono spesso oggetto di campagne denigratorie e sessiste proprio da parte dei soldatini Sinistrati e dei loro portali-foffa. Accà nisciuno è fesso! Sicché la richiesta del PS (Partito Sessista) avrebbe dovuto essere: almeno il 30% di donne socialiste nell'amministrazione pubblica. Così almeno si chiarivano le vere intenzioni degli interpellanti”, termina.

 

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