POLITICA
I Giovani Conunisti rincarano la dose: "Fumo negli occhi dei ragazzi. Solo chi è ricco può fare l'influencer"
I giovani si mostrano d'accordo con il loro partito: "Il problema di fondo va di fatti ben oltre le questioni semantiche: si tratta di stabilità lavorativa, concetto che non rispecchia questo genere di mansione"

BELLINZONA - Dopo che il Partito Comunista ha scatenato una bufera sull'evento di domani della Città dei Mestieri sugli influencer, anche i giovani comunisti hanno voluto dire la loro in una nota.

Ecco cosa ne pensano:

"La Gioventù Comunista prende atto che domani il DECS, nell’ambito della nuova Città dei mestieri, promuoverà una serata dedicata alla figura dell’influencer. In merito, il Partito Comunista ha rivolto un’interpellanza al Consiglio di Stato esprimendo la sua preoccupazione verso la realizzazione di un tale evento. La Gioventù Comunista condivide questa preoccupazione, poiché un servizio pubblico d’orientamento professionale dovrebbe occuparsi di fornire informazioni per un avviamento professionale adeguato e non illusioni precarie.

Non si tratta di non stare al passo con le nuove tecnologie o di essere troppo vecchi per capire le nuove professioni emergenti, la Gioventù Comunista così come il Partito Comunista sono ben a conoscenza di quale sia il ruolo dell’influencer. Il problema di fondo va di fatti ben oltre le questioni semantiche: si tratta di stabilità lavorativa, concetto che non rispecchia questo genere di mansione. In tal senso, un servizio d’orientamento pubblico dovrebbe promuovere professioni stabili e utili alla società, che abbiano delle condizioni contrattuali dignitose e che siano utili per lo sviluppo produttivo della società.

Come è emerso da un recente articolo, il ruolo dell’influencer non risponde ai principi elencati, poiché esso rappresenta piuttosto un hobby da affiancare alla concreta attività lavorativa. È importante scindere tali attività da ciò che effettivamente permette di provvedere al proprio sostentamento e al progresso della società. Offrire questo genere di formazione nel contesto di un servizio d’orientamento pubblico equivale pertanto a gettare fumo negli occhi a quei giovani che si illuderanno per conseguenza di poter svolgere questa mansione come fonte principale del proprio sostegno finanziario.

Noi giovani della Gioventù Comunista preferiamo promuovere la difesa del diritto allo studio e la possibilità di praticare una professione in cui i diritti sindacali siano garantiti. La gente che non proviene da famiglie abbienti e che non possiede gli agganci giusti, non ha né possibilità né mezzi per dedicarsi ad attività come quella dell’influencer.

Pertanto, il DECS e la nuova Città dei mestieri dovrebbero impegnarsi a rispondere alle necessità effettive dei futuri lavoratori e non a propinare solide illusioni dettate da logiche di mercato che ben poco hanno a che vedere con la protezione del lavoratore ed il benessere della società".

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