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L'ultrà si dà un auto-DASPO! Il Municipio non aprirà nessuna inchiesta
Protagonista un tifoso del Chiasso che è stato in prima linea nella tentata rissa del Riva IV di una decina di giorni fa. Anche la società pare non abbia sporto denuncia

CHIASSO – Ero presente, quel giorno, allo stadio, come sempre. Ero anche vicina a quel che è successo, stavo concordando le interviste con l’addetto stampa, a fianco a me c’erano altri colleghi. Il caos, colpi, insulti, la voglia di picchiare, di gridare, di dire la propria opinione in un modo che non va bene negli stadi.

Non voglio essere moralista. Sono tifosa e appassionata di calcio da tanti anni e qualche parola scappa. Un’arrabbiatura succede. Ma non esiste di volersi confrontare coi calciatori della propria squadra del cuore cercando lo scontro, l’insulto. 

Fra i protagonisti della tentata rissa al Riva IV di Chiasso c’erano ultrà che, chiunque frequenta Chiasso lo può dire, già noti. Che avevano già anche preso dei DASPO. Che quell’altra volta in cui successe un caso simile, con i tifosi pronti ad assaltare i calciatori (era un Chiasso-Le Mont, me lo ricordo ancora, restai chiusa assieme ad altri giornalisti e a numerosi calciatori nella pancia dello stadio per più di un’ora mentre loro inveivano), erano in prima linea.

Prima di scrivere un pezzo, volevo capire se questi ultrà avrebbero preso un altro DASPO, se sarebbe partita un’inchiesta amministrativa dato che più di uno lavorano per dei Comuni.

Quello di Chiasso non lo farà: ha ricevuto una lettera di scuse da parte del tifoso, che ha scritto anche alla società. Oltre a scusarsi, dice che si autosospende dalle partite. Insomma, una sorta di auto-DASPO. Cosa farà la società ancora non si sa, da quanto si sapeva non aveva sporto denuncia.

Davvero non verrà alle partite? Me lo auguro. E che non si dica che la pseudo rissa è stata alla base della vittoria della settimana dopo del Chiasso, perché allora si sdogana che per far vincere i propri calciatori si deve far così!

Paola Bernasconi

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