IL BLOG DI DON GIANFRANCO
Papa Francesco, "ostinato costruttore di pace e unità"
Don Gianfranco Feliciani: "Non possiamo provare che grande simpatia e tenerezza per quest’uomo che crede fermamente nella potenza dell’amore"
TIPRESS

*Di Don Gianfranco Feliciani

Non ha parlato a caso papa Francesco quando ai giornalisti, che nei giorni scorsi lo avevano accompagnato nel suo viaggio in Ungheria, ha rivelato che “anche adesso è in corso una missione per cercare una strada di pace in Ucraina… ma ancora non è pubblica, vediamo… quando sarà pubblica, ne parlerò”.

Speriamo! Francesco parla però di una “missione” e non di un piano di pace già definito. E dice che questa missione è in corso “anche adesso”, perché è dall’inizio del conflitto che la diplomazia vaticana si è detta pronta a favorire in ogni modo il dialogo, fino ad ospitare in Vaticano i colloqui di pace. “Io sono disposto a fare tutto quello che si deve fare”, ha ribadito Francesco. Del resto, tutti sappiamo che il Vaticano ha un’esperienza secolare in materia, anche recente. A volte va male purtroppo, ma a volte funziona, come nel caso delle lettere che lo stesso Francesco inviò nel 2014 a Barack Obama e Raùl Castro e che prepararono il disgelo tra Stati Uniti e Cuba con l’incontro in Vaticano delle due delegazioni. Speriamo che anche stavolta funzioni.

Gli sforzi di papa Francesco per cercare di porre fine all’inutile strage sono numerosi e noti a tutti. Certo, solo il Signore conosce l’intimo strazio della sua anima e i tentativi segreti intrapresi presso i potenti… Sforzi che naturalmente sfuggono ai media. Nessuno più di lui si dimostra “ostinato” nel costruire ponti di pace e unità. Alla vigilia della partenza per
Budapest, Francesco aveva ricevuto il premier ucraino Denys Shmyal. In Ungheria ha esortato l’Europa a “ritrovare la sua anima”, e a opporre al superato “infantilismo bellico” la coscienza di avere un “ruolo” autonomo nella ricerca della pace: “Unire i distanti e non lasciare nessuno per sempre nemico”. Ha incontrato Orbàn, il leader europeo più vicino a Putin.

Ha riabbracciato il metropolita ortodosso Hilarion, già “ministro degli Esteri” del Patriarcato di Mosca, e poi licenziato per la sua opposizione alla guerra, mentre il patriarca Kirill benediva l’invasione. Ha elogiato l’ambasciatore di Mosca in Vaticano: “Il rapporto con i russi principalmente è con lui”. La strategia del papa è quella di cercare di tenere aperte tutte le vie possibili, anche il più piccolo spiraglio: “La pace si fa sempre aprendo canali, mai si può fare una pace con la chiusura”.
“Non dimenticate di pregare per me”, continua a ripetere incessantemente papa Francesco al termine di ogni incontro con la gente. E a volte aggiunge pure: “A chi non crede chiedo di mandarmi un pensiero con affetto”. Non possiamo provare che grande simpatia e tenerezza per quest’uomo che crede fermamente nella potenza dell’amore!

*Arciprete di Chiasso

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