di Manuele Bertoli*
I risultati emersi dall’indagine PISA 2015 consentono di sottolineare, ancora una volta, la qualità del sistema educativo ticinese. È infatti un segnale molto positivo l’ottimo risultato ottenuto in matematica, ma anche, e soprattutto, è da notare la conferma dell’equità del sistema ticinese.
Questo pone l’accento sull’efficacia del modello inclusivo adottato in Ticino, che raggiunge un duplice obiettivo: oltre a consentire un’educazione di qualità, permette a tutti gli allievi le stesse possibilità formative.
Il cambiamento di campionatura adottato per l’indagine 2015 ci fa capire che i ticinesi, sempre fanalini di coda nei confronti tra regioni e Cantoni svizzeri delle passate edizioni del test PISA, in realtà sono probabilmente sempre stati penalizzati dalla differenza di età dei partecipanti all’indagine. Il campione inerente alla fine dell’obbligo scolastico (undicesimo anno HarmoS) aggregava infatti ragazzi con età diverse tra loro, che in Ticino avevano mediamente nove mesi in meno rispetto ai propri compagni romandi o svizzeri tedeschi.
Questa ipotesi viene confermata dagli ottimi risultati raggiunti in matematica nell’indagine 2015 con il campione di quindicenni.
Si può dunque ribadire che la scuola obbligatoria ticinese è buona, come ho sempre sostenuto durante tutti gli otto anni come Direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport.
Ciononostante è importante non abbassare la guardia e continuare a fare in modo che essa mantenga la propria qualità, cercando allo stesso tempo di agire sugli elementi passibili di miglioramento.
Ad esempio, in merito all’equità, il Ticino risulta un esempio per quanto riguarda la differenza di punteggio tra gli allievi con i migliori risultati e quelli con i peggiori; se però si guardano altri indicatori, come ad esempio la correlazione tra l’inserimento degli allievi nei corsi attitudinali e di base (corsi A e B) e il loro statuto socioeconomico, informazioni raccolte attraverso altre indagini svolte sul territorio, ci si accorge che dobbiamo ancora lavorare per rendere la nostra scuola ancora più equa e quindi giusta.
Un altro filone di miglioramento concerne l’eccellenza degli allievi in alcuni ambiti, nei quali si ottengono risultati medio-buoni, ma la percentuale di allievi eccellenti è inferiore rispetto ad altri contesti.
Anche qui dobbiamo lavorare per aumentare la quota di allievi molto competenti, cercando però allo stesso tempo di ottenere un alto grado di equità.