"Disorientare i potenziali sostenitori a due anni dalle scadenze elettorali non giova a nessuna delle due parti"
Di Pierre Rusconi *
La diatriba che si è manifestata tra Lega e UDC sulle NON prossime elezioni cantonali è a mio avviso prematura. Le future candidature della “destra” ticinese ai seggi in Consiglio di Stato vanno certamente ponderate e negoziate con l'obiettivo di ottenere il risultato complessivo migliore. Ma la tempistica è perlomeno inadeguata, visto che i problemi dei futuri elettori ticinesi al momento sono ben altri. La politica partitica è fatta di equilibrismi che spesso poco interessano i votanti, ma che coinvolgono solo gli addetti ai lavori e gli aspiranti alle poltrone governative.
Già in passato la composizione delle liste creava tensioni e dialoghi poco edificanti. Il tutto veniva però mantenuto in ambito dirigenziale fintanto che venivano trovate soluzioni che potessero accontentare e scontentare tutti in egual modo. Disorientare i potenziali sostenitori a due anni dalle scadenze elettorali non giova a nessuna delle due parti.
La politica è l’arte del compromesso, certamente non sempre facile da trovare ma comunque auspicabile, nel caso specifico, per mantenere una forte presenza della destra ticinese in governo.
Sia chiaro, le ambizioni personali sono legittime, ma le motivazioni per gli elettori sono prioritarie e vedere i propri beniamini porsi come avversari anziché come alleati non giova né alle persone né alla causa comune. Per dirla in modo proverbiale: un bel tacer non fu mai scritto. Auspico, dunque, avendo vissuto in prima persona negli anni scorsi situazioni simili, che si torni a negoziare nella riservatezza senza così esasperare e compromettere i successi passati che hanno fatto la forza di Lega e UDC!
* già presidente e consigliere nazionale UDC