BELLINZONA – Eppure il PS ha paura, anche il PPD non è tranquillo. Il terzo sondaggio, pubblicato ieri, sembra certificare senza ombra di dubbio un Governo fotocopia rispetto a quello attuale, con i due leghisti che si confermano senza problemi, il PLR che fa altrettanto con Vitta ma non si avvicina neppure al raddoppio e le altre due forze che mantengono il seggio (anche Beltraminelli dovrebbe dormire sonni relativamente tranquilli, con De Rosa parecchio staccato).
Resta però una variante imprevedibile: quell’11% di indecisi. A chi andrà il suo voto? Senza contare che il 43% degli aventi diritto pare non voler andare alle urne, ma che potrebbe cambiare idea, divenendo un ulteriore bacino di voti.
Dunque, per tutti, vietato abbassare la guardia. Bixio Caprara sul Corriere del Ticino fa notare che Svizzera-Danimarca dall’altra sera deve insegnare qualcosa: le partite finiscono quando l’arbitro fischia.
“Il seggio socialista in Governo è in pericolo. Il PS perde consenso rispetto al 2015 e vi è ancora un folto numero di indecisi che possono influenzare il voto finale. La difesa del seggio progressista in Governo si giocherà su un pugno di schede”, aveva postato subito Igor Righini dopo i risultati.
E sul quotidiano di Muzzano insiste, con una frecciatina a chi parrebbe deciso a votare altre forze di sinistra: “La guardia resta alta. Non solo a fronte dei numerosi indecisi, ma anche perché dai dati il partito perde consensi rispetto al 2015. Sappiamo che la partita si giocherà su un pugno di schede, ecco perché non possiamo permetterci di regalare voti. Anzi, l’assenza di un sostegno da parte del fronte progressista potrebbe costarci il seggio. Bisogna esserne coscienti: il nostro è l’unico partito che ha le chances di essere eletto nell’Esecutivo. Bisogna rendersene conto”.
Tranquillo non pare nemmeno Fiorenzo Dadò: “Il sondaggio non ci lascia dormire sonni tranquilli. Ecco perché chiedo alla nostra base di mobilitarsi per fermare un’erosione di consensi che, se confermata, è comunque più contenuta rispetto al passato ma rappresenta un segnale. Il PPD, al contrario di altri partiti, non può beneficiare dei soccorsi d’area. Il Governo ticinese ha bisogno di un partito di centro forte che promuova e sostenga soluzioni equilibrate”. Una evidente frecciatina al “soccorso” liberale al PS.