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25.01.2019 - 15:310
Aggiornamento: 26.01.2019 - 11:51

Rete3 cerca frontalieri per critiche ironiche al Ticino? Ecco la verità

La polemica è nata da un post che pareva cercare qualcuno, di età compresa tra i 30 e i 40 anni, per una trasmissione. Ma i vertici della stazione radiofonica ci spiegano che "l'idea non è stata avallata da alcun superiore". Dunque, tutto da buttare

COMANO – La RSI non farà nessuna trasmissione in cui ingaggerà frontalieri per parlare dei ticinesi. Il caos nato sui social va ridimensionato: l’idea non è stata avallata da alcun dirigente e tutto finisce dunque nel cestino, quello dove a volte terminano gli spunti che poi non si concretizzano.

Il tutto era partito da un post pubblicato su Facebook da un giornalista freelance in alcuni grpupi dedicati a frontalieri. Per febbraio e per una trasmissione di Rete3, “cerchiamo un/a frontaliere/ che lavora nel Luganese, di età 30-40 anni, spigliato, ironico, capace anche di esprimere critiche verso il Ticino”. L’intento? “Discutere dei rapporti fra ticinesi e italiani di confine in modo ironico, divertente, provocatorio”.

Insomma, niente di polemico, ma molto leggero e giovanile.
Il post ci è stato segnalato, e abbiamo contattato la direzione di Rete3. Ci è stato risposto che “stiamo parlando di un’idea che però nel frattempo non ha avuto alcun riscontro reale e non è stata avvallata da alcun superiore”. Dunque, post da annullare (come è stato poi scritto anche sui social), e nulla di fatto. Una notizia che non sussiste.

Allora perché la riportiamo? Perché è stata oggetto di polemiche. “È passato quasi un anno da No Billag e i frutti del cambiamento si colgono come le pere mature marcite per terra. Questo è quello che sosteniamo, finanziamo pagando il canone più caro d’Europa? Il rimborso spese di una frontaliere/a per farci prendere in giro… con ironia?”, scrive qualcuno. 

“Se vi state chiedendo se alla RSI fosse cambiato qualcosa nel frattempo, beh eccovi la risposta. Pare che ora si producano pure programmi radiofonici dove un frontaliere può criticare liberamente il Ticino e Ticinesi, e gli rimborsano pure le spese. Paghiamo il canone radiotelevisivo tra i più cari d'Europa per questo? Per farci prendere per i fondelli dai frontalieri sui canali dell'emittente radiotelevisiva di Stato pagata da ormai tutti i cittadini? Se questo è l'intrattenimento che offrono a spese nostre, allora non hanno imparato un fico secco dall'ultima votazione e CHF 365.- sono una somma ancora troppo elevata per finanziare programmi simili. Preferirei un canone a 0.- ma credo che ci si può accontentare di CHF 200.- (per ora). Alla faccia del piano R... Voi che ne dite?”, si è domandato Alain Bühler.

Per poi aggiungere, dopo la smentita, che gli è stato detto che non un programma del genere non è mai stato preso in considerazione. 

Dunque, ripetiamo quando riportataci da Rete3. Si è trattato di una possibile idea, subito scarta e messa nel dimenticatoio. Nessun frontaliere prenderà in giro il Ticino, seppur, detto fra noi, l’idea, se sviluppata nel modo giusto, poteva essere anche simpatica. Tanto tuonò che nulla piovve… quella suggestione è già in un cassetto, e non è mai stata niente più che una possibilità mai veramente considerata.

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