Cronaca
06.05.2018 - 12:410
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
Il rosario delle polemiche. "Perché impedire una preghiera, che male fa?". "Chi la organizzava è un gruppo di trogloditi". "Ne fate uno anche prima della Street Parade o della festa d'autunno?"
Qualcuno condanna il Municipio di Lugano per aver detto no alla richiesta di Helvetia Christiana, ma fa discutere anche l'idea stessa. "Cosa pensano di vedere? Ho notato meno degrado al Pride che al Rabadan, per dire". "A religione ci hanno insegnato ad amare e rispettare il prossimo"
LUGANO – Helvetia Christiana chiede di poter dire un rosario pubblico in prossimità del Gay Pride, uguale se prima o dopo: non contro le persone, ma contro l’immagine che la manifestazione dà, a loro avviso non piacevole per i presenti, fra cui anche bambini.
Ma il Municipio, dopo attenta riflessione, ha detto no. E si è riscatenata la discussione. Libertà di espressione è permettere il Gay Pride però impedire che chi lo desidera dica un rosario in una piazza? a pensarla così è l’UDC, con Alain Bühler pronto a interpellare il Municipio. Anche Germano Mattei, di MontagnaViva, posta: “Una preghiera, perché volete proibirla? Che male fanno?”.
A far pensare molti però è l’idra in sé: pregare in relazione al Gay Pride. Sui social, ci sono posizioni molto dure.
Eccone una, per esempio. “Dunque. Un gruppo di trogloditi voleva organizzare un rosario pubblico per esprimere il proprio dissenso verso il Gay Pride che si celebrerà quest'estate a Lugano. In sostanza volevano recitare un paio di Ave Maria i giorni della parata. Me li vedo inginocchiati a terra, con l'espressione umile e mesta a pregare sotto le chiappe di un ragazzo vestito da poliziotto. È proprio una pensata riuscitissima! Di fatto il Municipio di Lugano li ha sfanculati; ma invece di portarsi a casa la figura meschina, Helvetia Christiana andrà fino in fondo. Il fatto che nel 2018 esistano persone messe così male, è di una mestizia infinita”.
Una nostra lettrice ha voluto inviarci una riflessione, da persona educata nei valori del cristianesimo ma anche alla libertà di ognuno. La pubblichiamo con piacere: “Sono cresciuta in una famiglia cattolica praticante, con la famiglia materna molto ottusa (anche solo dire la parola gay portava al silenzio totale). La famiglia da parte di papà invece è l'opposto. I miei genitori ci hanno sempre detto "non importa con chi state...la cosa che conta è che siete felici". Non mi sono mai posta il problema nell’accettare gli altri indipendentemente dal loro colore della pelle, dal loro credo e dal loro orientamento sessuale. Che io ricordi a religione ci hanno insegnato ad amare e rispettare il prossimo e quindi faccio fatica a sopportare questi "estremismi". Mi chiedo se fanno un rosario anche prima di ogni concerto o della Street Parade o prima di ogni film o telefilm che va in onda in tv, perché anche in queste occasioni si vede di tutto e le vedono anche i bambini. Hanno mai richiesto di fare un rosario prima della festa di autunno? In fondo in giornata girano bambini e adulti già ubriachi che danno anche "spettacolo". E poi...ho visto meno risse e più gente felice ad una festa gay che ad una qualsiasi altra festa. Se vogliono dire il loro rosario che lo facciano nelle loro case perché siamo nel 2018 e finalmente il Gay Pride arriva in Ticino! Io non sono omosessuale ma non vedo l'ora di partecipare ai vari eventi del Pride e al corteo al fianco di amici e amiche, parenti e conoscenti per mostrare che l'amore va oltre ogni pregiudizio!”.
Qualcun altro aggiunge: “Non capisco che cosa si aspettano di vedere. Ero turista a Reykjavik il giorno del Pride di 2 anni fa e giuro che non ho visto scene indecorose. Tantissimi colori, qualche donna un po’ bruttina o mascolina, tanti abbracci. Mi spiegavano in un bar che per loro è normale celebrare l’accettazione ma senza volgarità. E ho curiosato in giro molto serenamente. Ho riscontrato molto meno degrado Che, per dire, al sabato sera del Rabadan”.