BELLINZONA – La sventata strage alla Scuola di Commercio di Bellinzona fece un enorme scalpore. Questi fatti sono purtroppo comuni da altre parti del mondo, e l’idea che potesse accadere a due passi da noi ha atterrito tutti.
Un giovane 19enne progettava si compiere una strage durante gli esami nella sua scuola, e si era organizzato con armi e proiettili. La denuncia di alcuni compagni, dopo frasi ambigue, alla scuola e da lì alla Polizia ha permesso il suo arresto.
Era stato portato inizialmente all’OSC di Mendrisio, e la sua carcerazione preventiva era stata prolungata sino a fine luglio. Nei giorni scorsi, emerge ora, è stato interrogato. Sin dai primi giorni dopo il fermo, aveva negato di voler far del male a qualcuno, nonostante i messaggi mandati ai compagni e le armi trovate in casa, oltre ai diari dove parlava di quanto stava progettando
Ora si viene a sapere (fonti Radio 3iii e La Regione) come negli scorsi giorni si sia tenuto un nuovo interrogatorio, basato sul materiale raccolto, ma ben poco filtra su quanto si è detto e non si sa se il ragazzo abbia cambiato posizione oppure no, ammettendo di voler commettere un gesto criminale, oppure sia rimasto fermo sulla negazione.
I docenti della scuola avevano scritto, un mese dopo, una missiva dove si parlava con dispiacere del suo disagio e della necessità di farsi carico di chi soffre, dato che probabilmente da un sentimento simile è partito il tutto. Che cosa sia il tutto, comunque, è ancora nebuloso, per un’indagine delicata e difficile.