BELLINZONA – In linea col suo partito, Claudio Zali è deluso da quanto risposto dal Consiglio Federale all’interrogazione di Lorenzo Quadri sulla denuncia dell’accordo con l’Italia del 1974.
Dialogo? Certo, ma c’è un limite. E al Corriere del Ticino si è mostrato deciso: “Non sono sorpreso, non vedo alcun segno di novità. Questo genere di risposte iniziano a diventare fortemente insoddisfacenti per il Canton Ticino. Risposte, o meglio, non risposte come questa non fanno che rafforzare la mia posizione in merito all’accordo e al blocco dei ristorni. Non dico che bloccare i ristorni possa essere il colpo di bacchetta magica, ma di certo attirerà l’attenzione e forzerà quantomeno la ripresa di un dialogo non di facciata”.
La sua delusione aumenta per il fatto che il Ministro degli Esteri è ticinese.
Dunque, prosegue l’idea di voler bloccare i ristorni. sempre interpellati dal quotidiano, si mostrano pronti al dialogo i liberali con Farinelli e la Destra con Morisoli (“ma per una volta girerei le carte: proviamo a dialogare davvero e a dipendenza di come vanno le discussioni e dei punti di intesa che si raggiungono, liberiamo o meno i soldi”), mentre il PPD punta a un blocco almeno parziale.