COMANO – Ieri a La Domenica del Corriere Christian Vitta e Marco Chiesa hanno parlato dei rapporti fra Italia e Svizzera, alla luce dello studio commissionato dal Consiglio di Stato all’università di Lucerna per capire cosa potrebbe succedere in caso di disdetta unilaterale dell’accordo del 1974 da parte della Confederazione.
Vitta ha precisato che la scelta non è caduta sulle università luganesi perché ci si è indirizzati alla facoltà di diritto.
Chiesa ha usato termini calcistici, pensando anche alla sfida tra Italia e Svizzera ai prossimi Europei. “L’impressione è che la palla sia stata nascosta negli spogliatoi. Sta a noi tirarla fuori. Serve un fallo a centrocampo, ovvero un blocco dei ristorni”. Una proposta che a destra si fa da anni, il blocco parziale qualche anno fa aveva dato un impulso decisivo alla redazione dell’accordo del 2015, che però è fermo, restando in termini sportivi, ai box.
Vitta ha ribattuto: “Un blocco fine a sé stesso non ci porta lontano. Berna salderebbe il debito per poi trattenercelo più avanti. Dobbiamo capire dove vogliamo arrivare e trovare una soluzione”. Come a dire, a Berna non sono d’accordo.