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29.08.2019 - 17:230

Dall'aut aut del Commissario UE all'incertezza economica: per Berna l'accordo quadro s'ha da fare

Rispondendo a Marco Chiesa, il Consiglio Federale vede come conseguenza di una mancata firma "l'erosione dell'esistente accesso al mercato, con un'incertezza sulle condizioni future". E dice no a un'escalation di misure di ritorsione

BERNA – Cassis aveva detto che non è vitale per la Svizzera, eppure il Consiglio Federale ritiene che il no all’accordo quadro avrebbe conseguenze deleterie per il nostro Paese. Lo ha spiegato rispondendo a un’interrogazione di Marco Chiesa, scoprendo le carte sul tema.

"Alla conferenza stampa del 17 dicembre 2018 il commissario UE Johannes Hahn ha annunciato che senza un accordo istituzionale l'UE non sarebbe più disposta a concludere nuovi accordi di accesso al mercato o ad adeguare quelli esistenti”, si legge. Tradotto: ”conseguente erosione dell'esistente accesso al mercato".

Inoltre "vi sarebbe inoltre il rischio che non venga concluso nemmeno l'accordo sulla partecipazione della Svizzera al prossimo programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione a partire dal 2021. Pertanto potrebbero essere messi in discussione i negoziati sulla partecipazione della Svizzera a diversi programmi e agenzie dell'UE".

Non è tutto. "L'incertezza sulle condizioni future di accesso al mercato per le imprese svizzere, il che frenerebbe gli investimenti in Svizzera e diminuirebbe l'attrattiva della piazza economica svizzera La certezza del diritto e la sicurezza della pianificazione sono fattori decisivi per la scelta del luogo dove investire".

Dunque, per Berna bisogna arrivare a un accordo e chiede di non continuare con un’escalation di misure di ritorsione, pensando alla negazione dell’equivalenza borsistica.

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